Due delfini spiaggiati nel giro di pochi giorni: c’è preoccupazione per le interazioni cetacei-pesca nel mar Adriatico, teatro dei due episodi la spiaggia della Riserva Naturale Regionale del Borsacchio a Roseto in Abruzzo. Si teme che non si siano impigliati in maniera accidentale.
Sono ancora in corso gli accertamenti per stabilire le cause della morte dei due tursiopi, ma quel che è apparso evidente sin dalle prime osservazioni è che i due delfini mostrano segni di interazione con le attività umane. Infatti nel primo caso, che risale alla fine del mese di settembre, nella cavità orale del delfino spiaggiato sono stati rinvenuti frammenti di una rete da pesca oltre a diverse lesioni nell’area ventrale, probabilmente riconducibili ad un’arma da taglio. Su quest’ultimo particolare si attendono conferme dall’esame necroscopico in corso a cura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”.
Nel secondo episodio – lunedì 4 ottobre – il peduncolo caudale del delfino era legato ad una cima con un tipo di nodo che esclude la possibilità di un evento accidentale. Insomma pochi dubbi sui segni di interazione con le attività umane per gli operatori della Rete Regionale Abruzzese per gli spiaggiamenti intervenuti sul posto insieme al personale della Capitaneria di Porto di Roseto.
Per entrambi i casi si spera che queste azioni, comunque episodi gravissimi, siano state svolte su animali già morti. “C’è profonda preoccupazione per questi ultimi episodi registrati nel mar Adriatico – dichiara Sergio Guccione, project manager dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano – soprattutto per il ritrovamento di una cima legata alla pinna caudale con un nodo a bocca di lupo, un particolare che ci fa escludere che il delfino si sia impigliato in maniera accidentale. Non vogliamo pensare al peggio e aspettiamo l’esito della necroscopia che ci fornirà maggiori dettagli. L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano con il progetto europeo Life Delfi si sta impegnando a fondo per migliorare la convivenza tra delfini e pescatori diffondendo
l’uso dei pinger, dissuasori acustici che allontanano i cetacei dalle reti, e di attrezzi da pesca alternativi, particolari nasse che non possono essere depredate e non sono pericolose per i delfini”.