Riserva Dannunziana: consigli degli esperti non ascoltati e nuovo rischio incendio

Massimi esperti chiamati a raccolta per la rinascita della Riserva Dannunziana dopo l’incendio del 2 agosto del 2021, ma le loro indicazioni non sono state seguite ed in più, l’accatastamento dei tronchi di pino d’Aleppo costituisce un grave pericolo per un nuovo incendio.

Analisi severa quella del Gruppo Consigliare della Lista “Pettinari per l’Abruzzo” sulle condizioni in cui versa la Riserva Dannunziana a quasi tre anni dal terribile incendio del 2021. Ad  illustrare la situazione la consigliera comunale Caterina Artese, agronoma e dunque con specifiche competenze; si continua a considerare il più importante polmone verde della città un parco urbano piuttosto che una riserva e, nonostante una Legge Regionale lo indichi con chiarezza, si continua a fare a meno di un’autorità che abbia ruolo di supervisore sull’intera Riserva:

“Eppure dopo la tragedia del 2021 – spiega la Artese – l’Amministrazione Comunale sembrava aver affrontato il problema nel modo giusto, chiamando i maggiori esperti per tracciare una linea di rinascita della Riserva, ma ciò che è stato chiesto di fare non lo si è fatto con operazioni di esbosco completamente sbagliate, tanto che è scomparsa del tutto la rinnovazione del Pino d’Aleppo. Attualmente abbiamo un ambiente degradato e ruderale, al posto del novellame di Pino d’Aleppo, troviamo un Ailanteto e un Robinieto. Ma l’aspetto più grave – prosegue l’Artese – è l’accatastamento dei tronchi all’ingresso sud della Riserva, nel pieno rispetto delle tre condizioni del cosiddetto triangolo del fuoco: materiale altamente infiammabile (legna secca e resinosa); ossigeno, perché la legna è stata anche accatastata male e le possibili fonti d’innesco, le altissime temperature di questi giorni ed il passaggio continuo di automobili.”

“Chiediamo al sindaco Masci di fare con noi un sopralluogo per rendersi conto del grave pericolo che stiamo correndo – spiega Domenico Pettinari – in giorni da bollino rosso continua a mancare una sorveglianza H24, esattamente come tre anni fa, segno evidente che non si è imparato nulla da quella terribile esperienza.”

IL SERVIZIO DEL TG8