Riserva del Borsacchio: la protesta contro il taglio continua

Non accennano a placarsi le proteste contro il drastico taglio della riserva del Borsacchio, la cui superficie protetta è stata ridotta del 98% nell’ultimo Consiglio regionale dell’Abruzzo

Ieri a Roseto degli Abruzzi, la città sulla quale insiste la Riserva del Borsacchio, a seguito di una adunata partita dai social, circa cento persone hanno manifestato sulla spiaggia dunale della riserva.

Le ragioni della protesta sono spiegate nella nota firmata da Marco Borgatti, presidente Guide Del Borsacchio:

“Da un semplice post partito quattro ore prima, più di 100 persone sono arrivate in spiaggia da Roseto per dire no al taglio. Sui social migliaia di adesioni e una rete di associazioni è in marcia in tutta italia. Roseto ha scelto che parte stare. Nel taglio alla Riserva Borsacchio, fatto di notte da un manipolo di consiglieri regionali che non hanno minimamente contatti con il territorio e hanno ascoltato esponenti (due di numero) di un’associazione non riconosciuta e non registrata, i cui unici rappresentanti non sono residenti e non sono agricoltori.

L’unico passato di questi esponenti in riserva è la vendita di un immobile a un grosso costruttore per realizzare una grande struttura turistica. Azione fallita e bocciatura del PAN del cemento del 2011.

Le motivazioni poste sono ridicole. Siamo al livello del terrapiattismo. Non si possono potare ulivi, non si possono coltivare terreni, non si possono fare ristoranti, non si possono fare B&B. Senza nemmeno entrare nel tecnico basta vivere il territorio. Nella realtà potete tutti prenotare nei B&B nati nella riserva su ogni piattaforma, andare a mangiare nei ristoranti nati nella riserva e percorrere la statale per vedere ulivi potati, colture e viti.

Tutti sanno le reali motivazioni, anche i veri agricoltori che, già nel 2009, in una riunione denunciarono come gruppi di costruttori chiedessero di acquistare terreni nella riserva. Qualcuno ha venduto qualcuno ha resistito per difendere i terreni dei padri e nonni.

In poche ore oltre 100  persone si sono radunate in spiaggia e migliaia e migliaia sui social si esprimono contro questa operazione. Solo pochi non del territorio possono credere a simili follie che hanno motivato il taglio. Le aziende agricole sono 18 in Riserva Borsacchio,nata da una proposta di legge del 2004 con 17 consiglieri regionali firmatari di ogni schieramento. Nel 2005 è stata approvata nella legge di bilancio e nel 2006 una nuova legge aggiunse la foce del Tordino e corresse un refuso nel titolo.

Inizia un anno di manifestazioni e ricorsi. Ma questo taglio non rimarrà. “

ALTRE INIZIATIVE

PESCARA. Al coro di proteste contro la decurtazione dell’area protetta partecipano anche le Associazioni WWF Abruzzo, Legambiente Abruzzo, Mountain Wilderness Abruzzo e le stesse Guide del Borsacchio: insieme, questa mattina, in una conferenza stampa a piazza Salotto, a Pescara.

Nella nota delle associazioni si legge:

“Con un emendamento alla legge regionale di bilancio presentato alle 2.30 della notte del 29 dicembre dai consiglieri Emiliano Di Matteo (Forza Italia), Mauro Febbo (Forza Italia), Simona Cardinali (Lega), Federica Rompicapo (Lega) e Umberto D’Annuntiis (Fratelli d’Italia), la maggioranza di centrodestra in Regione – con la poco chiara astensione dei consiglieri del PD presenti in aula al momento del voto – ha tagliato la Riserva del 98% portandola dagli originari 1.100 a soli 24 ettari. Invitiamo associazioni, comitati e singoli cittadini a unirsi in questa battaglia in difesa della Riserva del Borsacchio e più in generale del sistema delle aree protette abruzzesi. Per contrastare questa scelta si avvierà una campagna informativa sul territorio affinché tutti possano essere messi nelle condizioni di valutare la gravità di quanto è accaduto.

In questi anni, del resto, grazie al lavoro delle associazioni ambientaliste e soprattutto delle Guide del Borsacchio, decine di migliaia di cittadini, turisti e studenti hanno potuto visitare e conoscere la bellezza della natura della Riserva. Tutte queste persone saranno informate di quanto è accaduto e del fatto che, con un emendamento votato in 1 minuto nel cuore della notte, è stata distrutta la possibilità di tutelare e far sviluppare in maniera armonica e sostenibile una delle più belle fasce collinari teramane. Sabato 6 e domenica 7 gennaio a Roseto degli Abruzzi le associazioni si ritroveranno per raccogliere firme su una petizione che chiede alla Regione di promulgare subito una nuova legge regionale per cancellare l’emendamento notturno taglia-riserva e ripristinare i confini originari. Si chiede inoltre alla Regione di approvare subito il Piano di Assetto Naturalistico, atteso da quasi 20 anni. La Regione è la prima responsabile della situazione di stallo in cui ha versato la Riserva per tutti questi anni ed è vergognoso che, invece di mettere in pratica le misure previste da leggi da essa stessa votate, ha deciso di notte di cancellare 1.076 ettari di natura protetta. Dal punto di vista giuridico un gruppo di legali sta già lavorando per mettere in campo tutte le azioni possibili. Le riserve regionali rappresentano un’occasione di valorizzazione per i comuni che le ospitano, oltre che di tutela ambientale. In tante parti della nostra regione, se ben amministrate e gestite, le riserve sono state e sono tuttora un modello di sviluppo sociale ed economico sostenibile, grazie anche alla sinergia con le azioni nazionali ed europee che legano i futuri finanziamenti, specie in agricoltura alla sostenibilità ambientale. Siamo pronti ad un confronto pubblico con Emiliano Di Matteo, Mauro Febbo, Simona Cardinali, Federica Rompicapo e Umberto D’Annuntiis. Se sono disposti ad esercitare la loro funzione di amministratori regionali alla luce della piazza e non solo presentando emendamenti alle 2.30 di notte. Ci si potrà confrontare, carte alla mano, in maniera tranquilla e costruttiva.

Le associazioni hanno sostenuto che alcune notizie diffuse a sostegno della riduzione della riserva non sarebbero corrispondenti alla realtà. Di seguito alcuni passaggi del loro documento:

“È falso che la riserva sia stata ridotta al perimetro originario di 35 ettari, perché è stata ridotta a 24”.

La Riserva è stata istituita con la Legge regionale di bilancio n. 6/2005, il testo conteneva un refuso: al posto di 1.100 ettari era indicato 110 ettari:

“Ma la cartografia – spiegano le associazioni – allegata alla legge era di 1.100 ettari e nessuno ha mai messo in discussione la reale estensione. In ogni caso, con la successiva legge regionale n. 11/2006, il refuso fu corretto e si procedette addirittura ad un ulteriore ampliamento della riserva. Ma soprattutto non sono stati neppure ascoltati i rappresentanti degli enti locali, Provincia e soprattutto Comune”. 

Gli ambientalisti concludono contestando anche le ragioni addotte dagli agricoltori:

“All’interno di ciascun Parco o Riserva sono consentiti, in attesa dell’approvazione del Piano per il parco o del piano di assetto naturalistico, gli interventi previsti dai piani paesistici: quindi non vi è alcun vincolo pianificatorio ulteriore oltre quello della pianificazione regionale. Non è vero neanche che è vietata la circolazione di mezzi a motore lungo le piste carrabili, consentita invece per le attività produttive tradizionali consolidate nell’uso delle popolazioni locali. Anche le strutture ricettive extraurbane sono consentite se espressamente previste dagli strumenti urbanistici vigenti. Le attività pascolive, agricole e forestali saranno regolamentate successivamente alle risultanze degli studi per il piano del parco o di assetto naturalistico. Fino a tale data, le attività di cui al comma precedente continueranno ad essere esercitate secondo le abitudini consolidate degli abitanti del luogo nel rispetto delle prescrizioni della normativa vigente. Quindi, anche in attesa del Piano di Assetto Naturalistico, tutte le attività agro-silvo-pastorali possono essere tranquillamente esercitate. È evidente che non vi è alcun blocco delle attività degli operatori agricoli. A meno che non si vogliano far passare per attività agricole vere e proprie speculazioni edilizie.

GIULIANOVA. A seguito della decisione del Consiglio regionale abruzzese di ridurre da 1.100 a 24,7 ettari l’area della Riserva naturale del Borsacchio, il Circolo Demos di Giulianova ha indetto un dibattito pubblico per giovedì 4 gennaio 2024, nella sala Buozzi di Giulianova, alle ore 18,00. Per la trattazione dei profili naturalistici, paesaggistici e giuridici, relazioneranno l’architetto Maria Antonietta Adorante, esperta paesaggista, e il professore Enzo Di Salvatore, coordinatore del corso di studi in Diritto dell’Ambiente e dell’Energia Università degli Studi di Teramo. Sono invitati all’evento tutti i cittadini, le libere forme associative ambientaliste e naturaliste, le istituzioni regionali e locali coinvolte direttamente o indirettamente e tutti i partiti.

ROSETO. Conferenza stampa di Italia Viva per illustrare le iniziative del partito a contrasto del ridimensionamento della riserva deciso in consiglio regionale dalla maggioranza di centro-destra. Tra queste anche la richiesta al Comune di Roseto di impugnare davanti alla Corte Costituzionale l’articolo che ridimensiona l’area della Riserva e di convocare un tavolo con le organizzazioni politiche, le associazioni ambientaliste e tutti i portatori d’interessi che vogliono difendere e tutelare la Riserva, per creare un movimento forte e coeso che dia battaglia contro questa scelta che penalizza il nostro territorio.