La Regione fa un passo indietro ed evita il ricorso del Governo alla Corte costituzionale. WWF Abruzzo: «Confermato quanto abbiamo detto fin dall’inizio, ma ora ci aspettiamo che la Riserva torni al suo perimetro originario e che sia approvato il PAN»
«La Regione Abruzzo, con una lettera del Presidente Marsilio, ha fatto un passo indietro rispetto al folle taglio del 98% della Riserva regionale del Borsacchio deciso la notte del 29 dicembre nel corso della discussione per l’approvazione del bilancio regionale. Lo ha fatto per evitare l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale da parte del Governo, che era data ormai per certa, dopo le richieste del WWF Italia e di tante altre associazioni, ma anche le valutazioni dell’Ufficio legale del Ministero della Cultura e le indicazioni del Ministero dell’Ambiente. La lettera del Presidente Marsilio, giunta in extremis prima del Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio, di fatto ha congelato gli effetti della legge che ha tagliato la riserva e ha impegnato la Regione a riportare al primo consiglio utile la discussione su una nuova perimetrazione».
La norma che ha tagliato la Riserva è palesemente incostituzionale e la Regione avrebbe dovuto prenderne atto da subito e abrogare nell’ultimo consiglio utile prima del suo scioglimento l’assurda perimetrazione di 24 ettari decisa grazie all’emendamento presentato dagli allora (solo due sono stati rieletti) consiglieri Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo di Forza Italia, Simona Cardinali e Federica Rompicapo della Lega e Umberto D’Annuntiis di Fratelli d’Italia.
«Come WWF siamo soddisfatti che nei fatti sia stato confermato quanto abbiamo detto fin dall’inizio, vale a dire che la norma adottata nottetempo era incostituzionale, oltre che ambientalmente sbagliata», dichiara Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo. «Spiace che quella che si presenta come la Regione dei Parchi sia caduta in un errore del genere e che invece di lavorare per fare della Riserva del Borsacchio uno strumento di conservazione e valorizzazione del territorio, si sia perso così tanto tempo. Ora però ci si dovrà confrontare nella sostanza. La Regione per adesso ha evitato il giudizio della Corte costituzionale, ma cosa vuole fare nel concreto? Vuole tornare al perimetro originario della Riserva? Vuole approvare subito il Piano di Assetto Naturalistico creando le condizioni affinché la Riserva sia finalmente gestita attraverso un organo di gestione? Noi continuiamo a chiedere che la Riserva torni al suo perimetro originario di 1.100 ettari e riteniamo inaccettabile qualsiasi proposta al ribasso come quella dei 200 ettari fatta circolare prima delle elezioni. Come abbiamo già detto, la perimetrazione di un’area protetta non si fa con una trattativa al mercato, ma sulla base di studi e valutazioni scientifiche.»
Anche le Guide del Borsacchio, che insieme a 300 associazioni hanno lanciato una raccolta da 30mila firme, parlano di una “prima vittoria per tutti”.
«Con il congelamento del taglio della riserva la Regione Abruzzo dimostra, tardivamente, che il territorio va ascoltato», afferma il presidente delle Guide del Borsacchio, Marco Borgatti. «La popolazione locale non è un social sponsorizzato con decine di migliaia di euro da un singolo portatore di interessi privati. Questo successo è un testimone del potere della collaborazione e della passione nel difendere ciò che amiamo. L’unica soluzione rapida per la Regione è ripristinare i confini, adottare il Pan (Piano di Assetto Naturalistico) e aprire dopo qualche anno anche una revisione, ma prima bisogna partire per sbloccare finalmente la situazione».
Per Luciano D’Amico, eletto consigliere regionale alle elezioni del 10 marzo scorso, «aveva ragione chi, come noi, si è sempre opposto al taglio. L’ammissione, implicitamente, arriva dallo stesso presidente Marsilio che, con una mossa in extremis per evitare l’impugnativa, ha scritto una missiva agli organi preposti in cui mette nero su bianco quel passo indietro che per mesi abbiamo chiesto a Regione Abruzzo. Una mossa che arriva dopo soli 8 giorni dal voto in Abruzzo, e questo la dice lunga sull’attendibilità delle argomentazioni portate avanti dal centrodestra.»
Sulla vicenda del Borsacchio, è intervenuto anche Giulio Sottanelli, deputato di Azione, parlando di “figuraccia di chi voleva strumentalizzare la Riserva per fini elettorali”.
«Dopo il ministero della Cultura anche il Consiglio dei ministri sconfessa e impugna il provvedimento contenente l’emendamento che ha ridotto l’estensione della Riserva naturale del Borsacchio da 1.100 ettari a soli 24,7 ettari», dichiara Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione. «Era veramente necessario attendere la minaccia di ricorrere alla Corte Costituzionale per far sì che il Governatore Marsilio, mal consigliato dai propri consiglieri regionali a pochi mesi dal voto, prendesse in mano la situazione e ristabilisse il corretto processo democratico?
Il Consiglio dei ministri non ha potuto non prendere atto dell’illegittimità costituzionale della norma che interveniva sulla Riserva, per violazione dell’art. 117 della Carta. Un tema che io avevo sollevato settimane fa con un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e degli Affari regionali, ricordando proprio come la Consulta avesse già altre volte dichiarato costituzionalmente illegittime norme introdotte da leggi regionali che prevedevano la modifica della perimetrazione di parchi e riserve regionali senza il coinvolgimento degli enti locali. Bastava attenersi a questo, ma a quanto pare i Consiglieri regionali firmatari avevano evidentemente bisogno di una legge spot in campagna elettorale e sono andati avanti lo stesso.
Passato il voto, è arrivata ora la retromarcia. Ciò che conta di più adesso è tornare a parlare del futuro di questa Riserva ed approvare il PAN, per donare da un lato alla comunità della Provincia di Teramo un luogo attrattivo per il turismo sostenibile e lo sport all’aria aperta, dall’altro agli agricoltori un brand riconoscibile sulla loro produzione agricola su cui poter sviluppare i propri piani di sviluppo economici e metterli in condizione di poter attingere a finanziamenti destinati alle aree protette».
Per Legambiente è arrivato il momento del tavolo sul Borsacchio. Con la fine della campagna elettorale e il congelamento del taglio del Borsacchio da parte della Regione, è arrivato il momento si sedersi seriamente al tavolo per ridare dignità alla Riserva.
È questa l’occasione anche per rimettere al centro dell’agenda regionale il ruolo centrale delle aree protette per perseguire gli obiettivi della Strategia per la biodiversità e del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc).
L’Abruzzo, in quanto Regione verde d’Europa e di APE, deve fare un passo importante nel sostenere il legame tra tutela ambientale e sviluppo sostenibile, aprendo la partecipazione territoriale al tavolo e rafforzando il confronto tra tutti i portatori di interesse, a partire dall’agricoltura che in questi ultimi anni, trae la sua forza, qualità e crescita proprio dalla biodiversità.
«La vicenda della Riserva del Borsacchio ha evidenziato ancora una volta le forti contraddizioni sul ruolo delle aree protette sul nostro territorio», dichiara Silvia Tauro, Presidente Legambiente Abruzzo. «Ora è responsabilità della politica non solo convocare immediatamente al tavolo i portatori d’interesse per definire definitivamente la vicenda del Borsacchio, ma avviare un processo condiviso di valorizzazione delle aree protette a partire da una riforma della legge regionale 38/96 che sburocraticizzi i processi di istituzione e gestione rendendoli realmente partecipati.»
«L’Abruzzo deve continuare a essere un modello di coesistenza tra le necessità della conservazione e quelle di uno sviluppo sostenibile anche a livello sociale ed economico», ribadisce Donatella Pavone, direttrice Legambiente Abruzzo. «Le strategie di adattamento al cambiamento climatico oggi devono essere strategie comuni di crescita e programmazione territoriale e le aree protette del nostro territorio continuano a essere il laboratorio più importante in cui sperimentare e realizzare questo cambiamento necessario.»