Rissa nel carcere di Chieti, agente finisce in ospedale

Brutto episodio di violenza, ieri nel tardo pomeriggio, all’interno della Casa circondariale di Chieti. “Alcuni detenuti sono venuti alle mani”, denuncia Giuseppe Ninu, segretario per l’Abruzzo del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. A farne le spese un agente finito in ospedale con 10 giorni di prognosi

Verso le ore 18.30, a seguito di disordini fra detenuti magrebini ed italiani nel Reparto detentivo riservato ai detenuti comuni , è intervenuto l’Ispettore di Polizia Penitenziaria addetto alla sorveglianza generale unitamente al Sovrintendente preposto per riportare l’ordine nella sezione e, dopo aver fatto rientrare i detenuti e chiuso le celle, rimanevano solo due detenuti magrebini che si rifiutavano di rientrare. Uno di questi brandiva lamette e minacciava di tagliare ed addirittura uccidere chiunque si avvicinasse. L’ispettore ha cercato di riportarlo alla ragione: quando sembrava essersi calmato la guardia  è stata colpita in volto da un violentissimo pugno che lo ha scaraventato a terra. Portato in infermeria per le primissime cure del caso, è stato poi portato in ospedale”.

Il sindacalista denuncia: “A Chieti è la seconda aggressione in due settimane: lo scorso 15 luglio una collega è stata aggredita da una detenuta, riportando una prognosi di 10 gg, con problemi psichici come il detenuto magrebino. La casa circondariale di Chieti, che è a trattamento intensificato, ha una capienza di 90 detenuti e ad oggi ne contiene 140 circa. Il PRAP Lazio Abruzzo e Molise di Roma continua ad inviarvi detenuti facinorosi e violenti spesso psichiatrici e che nulla hanno a che fare con il trattamento intensificato”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti di CHIETI: “Ancora una volta i poliziotti penitenziari dell’Abruzzo sono costretti a vivere, loro malgrado e sulla propria pelle, la violenza di alcuni detenuti. Questo non è più tollerabile ed accettabile e conferma ciò che il SAPPE sostiene da tempo, ossia quanto sia importante e urgente prevedere quanto prima un nuovo modello custodiale”. Il leader del SAPPE ricorda che da tempo il SAPPE denuncia come siano “troppi ed inaccettabili gli eventi critici contro gli Agenti in servizio. Da tempo denunciamo che ormai i detenuti la fanno da padrone, grazie ad una indiscriminata apertura delle celle e l’assenza di strumenti a tutela della stessa incolumità fisica del personale”. “Questo è lo scenario quotidiano inaccettabile in cui opera il Corpo di Polizia Penitenziaria, ma la cosa sembra non fare notizia al contrario di altre. Altro che sicurezza!”, conclude Capece, che rinnova l’auspicio di potere incontrare presto il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.