Dal piccolo centro montano della Provincia di Chieti una splendida testimonianza d’integrazione tra la popolazione locale e gli ospiti del C.A.S. della Cooperativa Matrix, e c’è anche chi aiuta a tenere pulito il paese.
Di esempi di buona integrazione tra immigrati e territorio nella nostra Regione ce ne sono tanti ed in un momento storico dove, con il Decreto Sicurezza, il sistema viene messo a dura prova, c’è chi resiste proseguendo nel lavoro avviato. Non chiamatele Riace d’Abruzzo, in sostanza, ma testimonianze reali d’integrazione possibile si. Come quella di Roccamontepiano, paese della Provincia di Chieti, splendido borgo incastonato nel comprensorio di Passolanciano-Maielletta, a 500 metri dal livello del mare, con i suoi scarsi 1700 abitanti, già dal 2015 ha intrapreso un percorso di convivenza e condivisione con un folto gruppo d’immigrati, grazie all’insediamento nella vecchia scuola di un Centro di accoglienza straordinaria, gestito dalla cooperativa Matrix, che ha fatto confluire sul territorio decine di ragazzi provenienti da vari paesi dell’Africa e dell’Asia. Presenze nuove che non hanno portato subbuglio tra la popolazione, anzi, grazie anche alla lungimiranza dell’Amministrazione Comunale, si è creata da subito una sintonia con il coinvolgimento di molti fra questi, in attività utili alla gestione della cosa pubblica. A loro, infatti, si deve il decoro urbano, molti si mettono a disposizione anche della popolazione più anziana per incombenze domestiche e poi, com’è accaduto, sono loro i primi ad intervenire, nei duri mesi d’inverno, quando diverse abitazioni vengono sommerse dalla neve:
“Non abbiamo fatto altro che affrontare il problema e trasformarlo in risorsa – ci dice con orgoglio il sindaco di Roccamontepiano Adamo Carulli – e questo dovrebbe rientrare nella semplice logica della condivisione, se questi ragazzi vengono messi nella condizione di integrarsi con il territorio lo fanno con entusiasmo ed anzi mostrando un senso civico al di sopra delle aspettative. I flussi migratori non si possono fermare e a chi continua a sostenere che vengono prima gli italiani, io dico, viene prima la persona ed è nostro dovere accoglierla in ogni sua manifestazione.”