A Roseto giù le mani dal parroco della Chiesa del Sacro Cuore, Don Antonio Ghidoni.
La levata di scudi dopo l’arrivo di una lettera anonima che scredita di fatto l’operato di Don Antonio Ghidoni. La missiva direttamente recapitata nella congregazione di Brescia, della quale il sacerdote fa parte. Da qui la decisione dei parrocchiani di dar vita ad una raccolta firme nella quale si chiede ai superiori del prelato di non prendere provvedimenti nei suoi riguardi e nella quale si precisa testualmente:
Consapevoli che l’intento della lettera anonima é quello di screditare l’operato e mettere in discussione la permanenza di Padre Ghidoni nella nostra comunità parrocchiale, manifestiamo al nostro parroco vicinanza e solidarietà per il servizio che sta svolgendo in mezzo a noi ed esprimiamo pubblicamente la nostra volontà sulla sua permanenza nella nostra parrocchia e città.”
Attestati di stima all’operato di Don Antonio Ghidoni anche dal sindaco di Roseto Enio Pavone e da diverse associazioni, tra queste la Onlus “Brucare”. Il suo presidente, Bruno Petrini, ricordando di aver realizzato una serie d’iniziative di soldiarietà con il parroco, annuncia che:
“Padre Antonio non si tocca, altrimenti faremo barricate! Quando in un posto arriva una persona come lui, limpida e trasparente, magari qualcuno prova ad infangarla e potrebbe trattarsi, magari, di qualcuno che non può più fare loschi affari, proprio in virtù della presenza di un parroco che sta dalla parte dei più deboli.”