Trovato morto nel fiume, la Procura ha indagato per omicidio e abbandono di persone minori o incapaci due 27enni di San Benedetto dei Marsi, i giovani che per ultimi hanno raccontato di aver visto in vita Collinzio D’Orazio, il 51enne scomparso tra il primo e il 2 febbraio e trovato sabato, senza vita, nelle acque del Giovenco.
L’accusa, si legge sul quotidiano “Il Centro“ è un atto dovuto, formalizzata in queste ore dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Lara Seccacini, titolare dell’inchiesta che deve chiarire quello che sembra essere un vero e proprio giallo. La Procura ha disposto infatti l’autopsia sul corpo del 51enne e domani mattina, il medico legale Cristian D’Ovidio, dovrebbe eseguire anche l’esame medico legale. Sul corpo della vittima, da una prima ricognizione avvenuta sul posto del ritrovamento, sarebbero emerse delle lesioni. Una al collo in particolare e altre meno evidenti all’addome. L’autopsia dovrà appurare se le lesioni sono state provocate dalla permanenza in acqua o conseguenze di un pestaggio. Inoltre, sarà importante capire se c’è acqua nei polmoni del 51enne, ovvero capire se è morto annegato, dunque caduto nel fiume, oppure se nel corso d’acqua c’è finito quando già era morto, abbandonato da qualcuno. I due indagati sono stati più volte ascoltati dai carabinieri che da giorni stanno eseguendo le indagini, quelli della compagnia di Avezzano, guidata dal capitano Pietro Fiano, quelli del Nucleo operativo diretto dal tenente Bruno Tarantini e quelli della locale stazione coordinati dal maresciallo Loreto Colabianchi. La famiglia di D’Orazio, con la madre Teresa, il padre Mario e il fratello Cheri, chiede la verità sulla vicenda, escludendo un gesto estremo dell’uomo, e si è rivolta all’avvocato Berardino Terra per una tutela. I due indagati hanno detto di vivere un incubo e ai carabinieri e alla trasmissione “Chi l’ha visto” hanno raccontato di avere dato un passaggio a D’Orazio la sera stessa della scomparsa. “Lo abbiamo trovato vicino alla piazza centrale, – hanno detto i due giovani – era circa l’una di notte, forse l’una e mezza. Quando lo abbiamo caricato era ubriaco. Lo abbiamo fatto salire in macchina dicendogli che lo avremmo riportato a casa. Quando siamo arrivati non voleva scendere. Abbiamo provato a farlo scendere ma non voleva. Ha chiesto di essere portato sul retro dell’abitazione, ma a quel punto non voleva comunque scendere”. Da quel momento si sarebbero perse le tracce del 51enne. I carabinieri e la Procura continuano a indagare sulla vicenda per cercare di comporre i tasselli del puzzle.