Scrivono una lettera accorata gli ex dipendenti della Sam di San Salvo che produce componentistica e che ha chiuso ad agosto l’attività. Dopo vari sit-in dinanzi alla Denso, cliente dell’azienda, ora lanciano un grido d’allarme per il loro futuro.
Di seguito la lettera degli ex dipendenti Sam di San Salvo
“A distanza di due mesi dal nostro licenziamento dobbiamo registrare che dopo aver perso il lavoro, ci siamo visti “sfilare” da sotto il naso anche tutti i macchinari che per anni ci hanno dato la possibilità di riportate a casa uno stipendio e di costruire un futuro per noi e i nostri figli. In questi ultimi mesi il punto di ritrovo tra noi ex dipendenti della Sam srl di San Salvo era il piazzale di fronte a quella che è stata la nostra azienda. Abbiamo così assistito in silenzio e con tanta rabbia allo svuotamento dell’azienda dai macchinari di proprietà della Denso (azienda per cui abbiamo lavorato) e con essi tutto il loro materiale. Mai però ci saremmo immaginati che alcune macchine di proprietà della Sam, fossero smontate di notte per essere portate via al mattino. Perché tanta segretezza?
Allora da parte nostra è lecito farsi alcune domande. Possiamo definire questo un Paese civile che difende i lavoratori e i loro diritti, se permette a un datore di lavoro di negarci le ultime tre mensilità e il trattamento di fine rapporto maturato in più di dieci anni e poi “far sparire” dei macchinari di proprietà per portarli chissà dove? Cogliamo l’occasione per ringraziare la Rsu della Denso per la loro solidarietà espressa invitandoli a sostenere la nostra causa visto che, dopo 20 anni che abbiamo fatto lo stesso lavoro, potremmo chiamarci “colleghi”.
Ringraziamo il sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca che ci è sempre stata accanto e l’on. Carmela Grippa, a lei vogliamo ricordare le sue dichiarazioni e le sue promesse fatte a noi nell’ultimo presidio davanti ai cancelli della Sam. Infine vogliamo ricordare che noi lavoratori della Sam, dopo le due tragedie che a gennaio scorso hanno colpito la nostra azienda, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato tutti i giorni (sabato compreso) anche andando abbondantemente oltre il nostro orario di lavoro e senza nessun salario aggiuntivo, pur di salvare il nostro posto di lavoro. Noi abbiamo la coscienza a posto. Qualcun altro può dire lo stesso?”
Il servizio del Tg8