Anche a Pescara, come in diverse città italiane, questa mattina infermieri e operatori socio sanitari hanno manifestato nell’ambito dello sciopero nazionale organizzato dal sindacato delle professioni infermieristiche Nursind.
Nel capoluogo adriatico, davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Salute, hanno partecipato al sit-in infermieri e Oss giunti da tutta la regione.
“Il personale c’è, ma non è sufficiente – ha detto Antonio Argentini, segretario provinciale Nursind Pescara – e l’augurio è che il Governo provveda alle assunzioni. Noi denunciamo oggi,
però, una certa carenza di personale anche degli Oss. Molti operatori sono ammalati e questo crea altri problemi. Il demansionamento è uno degli altri problemi che denunciamo. Mancano Oss e molti infermieri devono fare lavori che potrebbero eseguire altre figure, penalizzando proprio l’assistenza sanitaria”.
“Dopo due anni di pandemia siamo allo stremo, soprattutto per la mancanza di personale – ha aggiunto Andrea Liberatore, segretario regionale Nursind – e questa cronica mancanza di
personale con la pandemia si è acuita e oggi chi lavora deve fare straordinari e rinunciare a ferie e riposi, con la conseguenza di non poter garantire un’adeguata assistenza”.
“Il motivo per cui scendiamo in piazza – aggiunge Liberatore, – è di carattere morale. Il governo ha stanziato nella legge di bilancio 335 milioni destinati alle indennità professionali per l’emergenza sanitaria, ma noi non abbiamo ancora visto nulla in quanto si attende il rinnovo del contratto di lavoro. Come se non bastasse, la situazione per noi è sempre più difficile. La variante Omicron ci ha messo ulteriormente in ginocchio. Non abbiamo riposi, ferie, congedi. In Europa siamo i peggio pagati: un infermiere laureato percepisce 1.400 euro netti al mese. Al Governo Regionale – conclude Liberatore – chiediamo di farsi portavoce delle nostre richieste”.