Sanità Abruzzo: l’Assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì afferma: “I conti sono in ordine. Maggiori spese, documentate, solo per far fronte all’emergenza”. Per la gestione dell’emergenza, la Regione ha ricevuto (al terzo trimestre 2021) circa 28 milioni di trasferimenti statali, a fronte di costi sostenuti dalle Asl per 135 milioni.
“Non c’è alcun buco nel sistema sanitario abruzzese. Quando la minoranza diffonde i dati contenuti nelle relazioni sull’andamento dei conti della sanità regionale, lo faccia compiutamente, senza limitarsi solo alle voci a sostegno delle loro tesi di parte, tra l’altro completamente e colpevolmente false”.
Lo puntualizza l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, commentando l’ennesima boutade del centrosinistra sul presunto disastro economico-finanziario della sanità abruzzese.
“I numeri sono chiari e soprattutto non sono interpretabili – continua la Verì – la perdita di esercizio del sistema sanitario al terzo trimestre 2021 è pari a 101 milioni di euro. Nello stesso periodo i costi sostenuti (e documentati) per l’emergenza Covid ammontano a 107 milioni di euro. Vale a dire che, al netto dei costi per la pandemia, il sistema non solo è in equilibrio, ma presenta un avanzo di circa 6 milioni”.
Per la gestione dell’emergenza, la Regione ha ricevuto (al terzo trimestre 2021) circa 28 milioni di trasferimenti statali, a fronte di costi sostenuti dalle Asl per 135 milioni. Nel dettaglio, per il personale sono stati spesi 47 milioni di euro (per il reclutamento di circa 5mila figure professionali), per la spesa farmaceutica specifica poco più di un milione di euro, per la medicina di base 9 milioni di euro (per la sottoscrizione degli accordi per le vaccinazioni anti Covid), per l’esecuzione dei tamponi circa 22 milioni (per oltre un milione e mezzo di molecolari processati dall’inizio dell’emergenza).
“Forse gli esponenti del precedente governo regionale – prosegue l’assessore – dimenticano che il reclutamento del personale era fermo da anni e l’emergenza ci ha imposto di riprendere quelle assunzioni che proprio loro avevano bloccato. Senza queste figure professionali non saremmo mai riusciti a prendere in carico e curare quasi 85mila positivi che, voglio ribadire con forza, sono stati tutti assistiti in Abruzzo, fatta eccezione per un unico caso trasferito fuori regione per la particolarità del quadro clinico. Lo stesso discorso vale per i costi sostenuti per l’organizzazione delle vaccinazioni, che ci hanno consentito sempre di rimanere ai primi posti in Italia per copertura vaccinale, e per l’attività di testing, che ha permesso all’Abruzzo di contenere tempestivamente la diffusione del contagio”.
La Verì, dunque, ribadisce come non ci siano i presupposti per il commissariamento della sanità, ricordando come l’equilibrio dei sistemi sanitari regionali sia al centro di un’interlocuzione con il Governo nazionale da parte di tutte le Regioni italiane che, come l’Abruzzo, stanno affrontando l’emergenza in gran parte con risorse dei propri bilanci.
“Ricordo alle opposizioni – conclude – che l’emergenza non è ancora finita: i nostri concittadini, ma soprattutto tutti gli operatori sanitari, sono provati da quasi 2 anni di pandemia. E’ dunque profondamente scorretto e ingiusto agitare timori infondati da parte di chi riveste cariche istituzionali (e quindi conosce a fondo il sistema sanitario e le criticità che lui stesso ha lasciato), solo per meri fini di propaganda elettoralistica”.