Sanità: l’impegno della Regione per servizi Cup, back office e call center

I tempi non sono brevi, considerato che occorrerà procedere anche con modifiche legislative, ma l’impegno della Regione per la reinternalizzazione dei servizi di Cup, back office e call center c’è ed è stato uno dei punti all’ordine del giorno del Tavolo permanente della salute che si è riunito in mattinata.

L’obiettivo di questo processo di reinternalizzazione, ha spiegato l’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì, è quello di ridurre al minimo il ricorso alle esternalizzazioni dei servizi, tutelando i lavoratori.
«La riunione di oggi del Tavolo permanente verteva principalmente sulla reinternalizzazione del servizio Cup e più in generale di alcuni servizi oggi esternalizzati dalle Asl. L’intenzione del governo regionale, come abbiamo detto più volte in questi anni, è quella di ridurre al minimo il ricorso alle esternalizzazioni di servizi e l’utilizzo di personale assunto con contratti interinali. Per centrare questi obiettivi, abbiamo accelerato le procedure di stabilizzazione del personale che aveva i requisiti previsti dalla normativa nazionale e valorizzato, nei punteggi delle prove di concorso, le esperienze maturate in sanità dai dipendenti interinali o delle cooperative esterne. Per quanto riguarda il Cup, nelle more di una internalizzazione del servizio, che comporterà inevitabilmente tempi non brevi a causa della necessità di procedere anche a modifiche legislative, abbiamo garantito il massimo impegno da parte della Regione affinché nella nuova procedura di affidamento (di prossima pubblicazione) vengano tutelati i lavoratori, con l’eliminazione di tutte quelle differenze giuridiche, retributive e di orario che hanno caratterizzato le gestioni che si sono susseguite finora.»

L’incontro di oggi con l’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, il Direttore generale del Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, Claudio D’Amario, i Direttori Generali delle quattro ASL e i Comitati ristretti dei sindaci è servito per discutere delle problematiche inerenti il personale diretto ed indiretto delle ASL e lo stato della programmazione inerente la missione 6 del PNRR (Salute). La delegazione CGIL era rappresentata dai Segretari Regionali della CGIL Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, della FP CGIL, Paola Puglielli, della Filcams CGIL, Lucio Cipollini, dello SPI CGIL, Maria Lucia Pasquale.

Dopo le pressanti richieste della CGIL, unitamente alle altre sigle sindacali rappresentate, l’Assessore Verì si è impegnata a stabilizzare il personale delle ASL che rientra nei requisiti normativi previsti. La CGIL ha ribadito l’urgenza di tale provvedimento e dunque la necessità di definire le tempistiche per tener fede a quanto precedente dichiarato e cioè l’adozione di una Delibera di Giunta Regionale che recepisca le norme della Legge Finanziaria nazionale e che definisca le linee guida per le asl del superamento del precariato.

In merito alla nostra richiesta di reinternalizzazione dei servizi, previa mappatura dello status quo, la Verì si è impegnata a presentare una legge regionale per l’internalizzazione dei servizi delle ASL che dovrà riguardare il personale sanitario, ad oggi dipendente di cooperative, ma anche altro personale come quello del Centro Unico di Prenotazione e dei servizi collegati alle nostre ASL. Nelle more della internalizzazione, nei servizi dove gli affidamenti sono già scaduti o sono in regime di proroga, si procederà ad effettuare una gara ponte con l’impegno che saranno garantite le migliori garanzie retributive e normative.

Per la CGIL ora è arrivato il momento di agire ed è necessario che queste promesse diventino atti concreti della Regione Abruzzo. E’ da oltre un anno che discutiamo di questi temi senza però vedere mai delle azioni operative da parte della regione.

Nel corso della riunione ci sono stati illustrati anche i progetti di investimento sanitario previsti dalla missione 6 del PNRR. La documentazione ci verrà inviata nelle prossime ore ed allora avremo modo di poter dare una valutazione compiuta degli interventi. Ad ogni modo è evidente che, poiché già si registra una forte carenza di personale sanitario, il giusto potenziamento della medicina territoriale non potrà avvenire se oltre agli investimenti sulle strutture fisiche e digitali consentiti non ci sarà anche un forte potenziamento del personale sanitario.