Sanità: per il Pd l’Abruzzo è stato “rimandato a settembre”

Il Tavolo ministeriale sulla sanità ha “rimandato a settembre” la Regione Abruzzo. Il commento del Partito democratico

La richiesta di ulteriore documentazione su alcuni capitoli, secondo il Pd, farebbe intuire che i ministeri competenti abbiano dei dubbi sulla contabilità elaborata in Regione. Il tavolo ministeriale dedicato si è svolto l’11 aprile.

<Dopo la batosta dell’aumento dell’addizionale Irpef, – si legge nella nota del Pd a firma del segretario regionale Daniele Marinelli e dei consiglieri regionali – dopo le cure lacrime e sangue
imposte alle Asl, con i tagli sulla carne viva delle persone, e dopo aver raschiato il fondo del barile
del bilancio regionale per arginare il buco monstre di 180 milioni registrato a fine dicembre dalle
quattro Asl, i ministeri non hanno approvato i conti della Regione, che dopo le entrate straordinarie
si attestavano comunque a -81 milioni di euro. Oggi, con ogni probabilità, ci ritroviamo con un
ulteriore disavanzo da colmare, per una cifra che si attesterebbe tra i 15 e i 20 milioni, portando il
risultato finale a -100 milioni nonostante le tasse aumentate. La situazione appare ormai fuori
controllo.
Verrebbe da dire che questa è una Regione dalle mille sorprese, se non fossero tutte molto
sgradevoli: il 18esimo posto su 21 per quanto riguarda i Livelli essenziali di assistenza, i 120mila
abruzzesi che devono rinunciare a curarsi e i 317mila che sono a rischio povertà.
Sono i frutti amari di sei anni di governo della destra, nodi che vengono al pettine una volta volati
via tutti i palloncini di Marsilio. Un proverbio americano recita: puoi ingannare tutti per qualche
tempo oppure qualcuno per sempre, ma non puoi ingannare tutti per sempre. Se ne ricordino il
presidente della giunta regionale e i suoi assessori: non è più tempo per il gioco delle tre carte sulla
pelle degli abruzzesi. Ci vorrebbero fatti, ma questa destra, che ha adottato il metodo “più bugie,
meno sanità, più tasse” ha già dimostrato di non esserne capace>.