Sanitopoli in Appello: La settimana dei grandi imputati

Torna Sanitopoli in Appello: La settimana dei grandi imputati a L’Aquila. Due o anche tre, se necessario, le udienze in programma.

Intanto, con le arringhe per i principali imputati, si alzano contestualmente i toni nel confronto tra accusa e difesa. Obiettivo, da sempre dichiarato, da parte di quest’ultima é quello di ridurre ai minimi termini l’attendibilità del grande accusatore. Una sorta di accerchiamento, anche in secondo grado, intorno all’ex patron di Villa Pini a cominciare dalla richiesta avanzata dal legale di Camillo Cesarone, Marco Femminella, di acquisizione in questo processo delle sommarie informazioni testimoniali di Angelini, mentre alcuni avvocati hanno lamentato l’indisponibilità da parte della Procura di Pescara delle registrazioni delle udienze in dibattimento, dalle quali emergerebbero, specie nel corso dei contro-esami, delle macroscopiche contraddizioni nelle deposizioni fornite in aula dallo stesso Angelini. In ogni caso il presidente del collegio dei giudici Luigi Catelli ha rimandato la decisione, circa l’utilizzabilità o meno di queste dichiarazioni, in apertura della prossima udienza in programma venerdì. Tornando all’udienza di stamane, i primi avvocati a parlare Fabio Lattanzi e Giovanni Cerella, in rappresentanza dell’ex assessore regionale Antonio Boschetti. Non c’é prova delle presunte dazioni, é stato detto, anzi vi è, come ha sottolineato Cerella, prova dell’artifizio delle accuse mosse nei confronti di Boschetti. Subito dopo é stata la volta di Francesco Carli, legale di Sabatino Aracu, non c’é nessun collegamento – ha detto Carli – tra le sproporzioni riscontrate nel reddito di Aracu con le presunte dazioni. Boschetti era stato condannato a 4 anni in primo grado, il Pg Picardi in Appello ha chiesto la riforma a tre anni, i suoi legali hanno chiesto il proscioglimento. Proscioglimento chiesto anche per Aracu per il quale il Procuratore Generale ha chiesto l’assoluzione per avvenuta prescrizione. Ma il clou dell’udienza si é avuto con gli avvocati dell’ex manager della Asl di Chieti Conga, Cristiana Valentini e Carmine Verde. In particolare la Valentini ha tratteggiato punto per punto tutte le lacune delle motivazioni della sentenza di condanna a 9 anni emessa in primo grado. Una lunga serie di omissioni e travisamenti del materiale probatorio, incongruenze temporali e l’assoluta inaffidabilità delle accuse di Angelini che per 5 interrogatori non chiama in causa Conga, salvo poi buttarlo nella mischia solo nel sesto interrogatorio e riferendo fatti, nelle presunte minacce e pressioni di Conga tra il settembre ed ottobre del 2003, che, documenti alla mano, non erano ancora avvenuti. Ma il classico coniglio dal cilindro l’avvocato Valentini lo tira fuori, producendo un atto a firma di Conga nel quale si nega l’assenso alla cessione dei crediti non performing della prima cartolarizzazione, questo non solo prova che da Conga non c’era nessun comportamento di favore nei confronti di Angelini, ma che questo stesso documento rende nulle le stesse cessioni tanto da poter mettere la Regione nelle condizioni di chiedere alla Barclay’s Bank la restituzione di una cifra che si aggira sui 33 milioni di euro, anche per Conga si chiede, ovviamente, il proscioglimento e venerdì sarà la volta dei legali di Quarta, Cesarone, ma soprattutto Del Turco presente anche oggi in aula.

Servizio  su processo su  sanitopoli e la difesa di Conga:

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Luca Pompei: