«Siamo alle porte del terzo inverno che passeremo con due soli pediatri per tredici comuni»: a sfogarsi così è Silvia Gioffrè, portavoce della protesta delle mamme della Val Pescara che tornano a chiedere l’aggiunta di un pediatra per i 2.900 bambini, di cui 1.200 compresi nella fascia 0-6 anni, dei 13 comuni dell’entroterra pescarese, ridimensionati dopo il recente pensionamento di due medici
Lettomanoppello, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Caramanico, Sant’Eufemia, Abbateggio, Salle, Cugnoli, Alanno, Serramonacesca, Turrivalignani, Roccamorice e Scafa e Manoppello, questi ultimi gli unici due comuni dell’entroterra pescarese dove ha sede l’ambulatorio dei due pediatri che attualmente prestano servizio nella Val Pescara.
Per capire le ragioni della protesta delle mamme bisogna però andare oltre i numeri, che in realtà sono in linea con la normativa nazionale che prevede un pediatra ogni 600 bambini nella fascia 0-6, e, cartina geografica alla mano, immaginare il disagio dei genitori soprattutto in inverno, costretti a caricare in macchina il proprio figlio malato e scendere dall’alta Val Pescara, ad esempio da Caramanico, per raggiungere i pediatri in servizio a Manoppello o Scafa, percorrendo una ventina di km, magari con neve e ghiaccio. Sulla carta la distanza non è certo proibitiva, ma nei fatti il percorso è complicato dagli ostacoli orografici che incontra un cittadino di montagna rispetto a un altro che vive sulla costa.
Per questo la protesta va avanti, soprattutto dopo l’incontro avvenuto a maggio tra la portavoce Giuffrè e Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Sanità. Il chiarimento, arrivato dal Ministero, suggerisce che la deroga ai numeri per l’aggiunta di un terzo pediatra in un cosiddetto “ambito territoriale carente” è di competenza della Regione, dalla quale però, dopo il contatto avvenuto il 9 aprile scorso durante l’ultima manifestazione delle mamme in piazza a Pescara, il comitato non ha avuto risposte.
Ora a scendere in campo accanto alle mamme c’è anche il Comune di Scafa con il sindaco Giordano Di Fiore che, passata la parentesi elettorale, si dice pronto a dialogare con Regione e Asl di Pescara per trovare una soluzione al problema, prima di procedere con eventuali diffide. Anche perché, nello stesso comprensorio, oltre al problema dei pediatri, presto si aprirà il nuovo fronte della carenza di medici di base con il prossimo pensionamento di alcuni dottori della zona.
La soluzione potrebbe essere l’aggiunta di un terzo pediatra nell’alta Val Pescara, come Caramanico o Sant’Eufemia, in modo da alleggerire il carico lavorativo dei pediatri operativi su Manoppello e Scafa ed evitare i disagi del viaggio a genitori e bambini soprattutto in inverno.
Intanto dall’assessorato regionale alla sanità fanno sapere che il problema non è tanto la deroga ai parametri ministeriali, quanto l’approvazione al cambio dei massimali da parte del Comitato dei pediatri di libera scelta che già in passato ha detto no.
La Regione è impegnata da tempo nella ricerca di una soluzione che in realtà non riguarda solo la Val Pescara, ma anche molte altre aree dell’entroterra. Al momento la decisione va presa di concerto con il comitato dei pediatri a cui partecipano i sindacati: spetta a loro l’approvazione della deroga chiamata in causa dal Ministero, in mancanza della quale il problema continuerà a stagnare.