Scommesse e droga: maxi operazione dei carabinieri tra Pescara, Chieti e Ravenna. Vivevano di reddito di cittadinanza eppure…

‘Ripulivano’ i soldi provento dell’attività di spaccio utilizzando i conti gioco di un’agenzia di scommesse. Operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Pescara con 5 misure cautelari personali e varie perquisizioni nelle provincie di Pescara, Chieti e Ravenna. Sottoposti a sequestro preventivo una sala scommesse ( in via Lago di Capestrano), 3 conti gioco e diversi veicoli tra auto e moto

I provvedimenti sono stati disposti dal G.I.P. del Tribunale di Pescara su richiesta della locale Procura a seguito di indagini svolte nei confronti di appartenenti ad un gruppo dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, esercizio abusivo di attività finanziaria e trasferimento fraudolento di valori, operante nel capoluogo Pescarese.

Impegnati 70 Carabinieri, unità cinofile ed eliportate.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara si sono protratte per circa un anno ed hanno consentito di individuare 13 indagati per i reati di per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 co 1 e 1bis DPR 309/90), esercizio abusivo di attività finanziaria (art. 132 D. L.vo 385/93 T.U.L.B.), trasferimento fraudolento di valori (512 bis C.P.). Per quest’ultimo reato sono state eseguite anche le misure cautelari reali del sequestro preventivo di una agenzia di scommesse sita in via Lago di Capestrano, tre conti gioco, tre motocicli ed un’autovettura.    

Il focus investigativo dell’intera indagine è un 41enne, già noto per i suoi trascorsi penali: grazie alla compiacenza di personaggi a lui vicini, reimpiegava il denaro provento di attività illecita, nello specifico lo spaccio degli stupefacenti, in attività all’apparenza lecite.

Attraverso una lunga e documentata attività di indagine si è accertato che una macelleria a Rancitelli, successivamente venduta, era effettivamente riconducibile ad altro noto pregiudicato del luogo. L’obiettivo più importante, nell’ambito delle attività commerciali, si è rivelata la sala scommesse  in via Lago di Capestrano che, attraverso puntuali riscontri è risultata tutt’ora nella disponibilità del 41enne ma con autorizzazioni intestate ad una persona di sua stretta fiducia, che pure figura tra gli indagati e che dovrà rispondere di concorso nel reato di “trasferimento fraudolento di valori”. Mente del tutto il 41enne arrestato risultato il coordinatore di fatto della sala scommesse, colui che prendeva le decisioni più importanti, fornendo l’impostazione manageriale dell’attività in stretto rapporto con A.B.

Riuscire a dimostrare il trasferimento fraudolento di valori, disciplinato dall’art.512 bis del c.p., in capo ai predetti soggetti, è stato un passaggio fondamentale dell’intera indagine, poiché, nell’ambito di diverse attività investigative si stanno verificando sempre più circostanze nelle quali, persone gravate da precedenti penali o comunque indagati in procedimenti spesso connessi con l’usura e lo spaccio di sostanze stupefacenti, nel momento in cui vengono trovate in possesso di consistenti quantità di denaro, esibiscono titoli relativi a vincite di gioco che dimostrerebbero, in maniera difficilmente incontrovertibile, la provenienza lecita del denaro.

Durante le investigazioni sono stati richiesti alla GoldBet (società che gestisce il gruppo Intralot – GoldBet), in varie fasi, gli elenchi dei conti gioco accesi presso la citata sala scommesse. Tali acquisizioni consentivano di appurare, come persone apparentemente quasi sull’orlo dell’indigenza, tanto è vero che alcuni di questi sono percettori di reddito di cittadinanza, erano in grado di convogliare sui conti gioco, in un arco temporale significativamente ristretto, decine di migliaia di euro. Da subito sono emerse in maniera eclatante le movimentazioni di denaro di alcuni soggetti, ritenute assolutamente sperequate rispetto alle loro reali possibilità.

Il meccanismo dei conti gioco rappresenta un vero e proprio sistema di ripulitura del denaro, circostanza dedotta dall’esame dei conti gioco ove viene iniettato denaro di provenienza illecita e prelevato denaro frutto di vincite lecite. Un meccanismo apparentemente in perdita ma che tuttavia consente di disporre di ingenti somme somme di denaro ripulite.

A carico di R.M., S.F. ed S.T., tradotti in carcere, sono stati riconosciuti dal Gip i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di spaccio continuato di sostanze stupefacenti. G.D. (percettrice di reddito di cittadinanza), moglie di R.M. sarà sottoposta alla misura dell’obbligo di dimora poiché risponde di spaccio in concorso con il marito.

Misura cautelare dell’obbligo di dimora e presentazione alla p.g. anche a carico di M.R. che dovrà rispondere di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso con il figlio F.S.

R.M. e la moglie dovranno anche rispondere del reato di illecita intermediazione finanziaria.

Nel corso dell’operazione che ha riguardato anche le province di Chieti e Ravenna, sono state eseguite perquisizioni presso le abitazioni di tutti gli indagati, all’interno della sala scommesse è stato coinvolto anche personale dei Monopoli di Stato per ulteriori controlli.

Alcuni nuclei familiari degli indagati e degli arrestati sono risultati percettori del reddito di cittadinanza, ma il tenore di vita in particolare del R.M. e della sua famiglia è risultato molto al di sopra delle proprie possibilità, atteso che l’unica fonte di sostentamento lecita è risultato appunto la misura di sostegno del reddito di cittadinanza. Nel corso dell’attività investigativa sono emersi dei dati che hanno evidenziato una vita dispendiosa, come feste sfarzose di compleanno in ristoranti, feste in casa con numerosi invitati durante le quali metteva a disposizione degli ospiti sostanze stupefacenti, acquisto di abbigliamento griffato, disponibilità di autovetture intestate a terzi e, nell’ultimo periodo, auto a noleggio. Finanche l’abbonamento ad una nota piattaforma televisiva a pagamento era intestato a terzi, come anche l’acquisto dei ciclomotori in uso ai figli, pure oggetto di sequestro.

All’esecuzione delle misure hanno proceduto circa 70 militari del Comando Provinciale di Pescara, supportati da quelli dei Comandi Provinciali di Chieti e Ravenna nonché del V Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pescara e del Nucleo Cinofili Carabinieri di Chieti.

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