Terminata la fase B del piano straordinario di assunzioni nella scuola, 200 docenti abruzzesi andranno a insegnare al nord, lontani centinaia di chilometri da casa.
Marta Vitaliani è un’insegnante di flauto di 35 anni, musicista di livello nazionale e oggi flautista dell’orchestra Concentus serafino aquilano. Ha un passato di musicista di livello nazionale. Ha una bimba di tre anni, un marito che lavora all’Aquila e un mutuo da pagare per una casa ottenuta con sacrifici dopo il terremoto del 2009. Eppure dovrà lasciare la sua vita per andare a insegnare flauto a Trapani, in Sicilia.
E’ il regalo che le ha fatto il cervellone informatico del ministero dell’Istruzione al termine della cosiddetta fase B del piano straordinario di assunzioni della riforma “La buona scuola”. Di storie come quella di Marta ce ne sono tantissime fra i docenti che lungi dal voler criticare un posto di lavoro a tempo indeterminato criticano però un meccanismo che finisce per punire i meritevoli, sradicare famiglie (la maggior parte dei docenti assunti in questa fase sono donne – per il 90% – e tra i 30 e i 45 anni, con diversi anni di lavoro alle spalle. Dovranno lasciare tutto e partire per non perdere il posto in graduatoria conquistato nel tempo.
La seconda fase del piano di assunzioni – contestatissimo dai docenti, che si trovano costretti a dire di sì a destinazioni lontane da casa per non essere cancellati dalle graduatorie – trova una spalla nei sindacati, che rimarcano la mancata trasparenza dei criteri di assegnazione delle cattedre, e il ribaltamento del merito, per cui “chi ha il punteggio più alto con la fase B viene assunto lontano da casa, e chi ha un punteggio più basso con la fase C resta nella propria provincia”. Annunciando ricorsi per incostituzionalità, come spiega il coordinatore provinciale della Gilda, Claudio Di Cesare.