Scoppia la protesta all’Aquila all’indomani della sentenza che attribuisce il 30% di colpe ad alcune delle vittime del crollo di una palazzina in via Campo di Fossa. Secondo il giudice del tribunale civile avrebbero avuto un comportamento incauto nel restare in casa senza uscire
Le voci di indignazione sono tante. Si levano forti e chiare dopo la sentenza del giudice del tribunale civile dell’Aquila Monica Croci che parla di “concorso di colpe” di alcune vittime del crollo di via Campo di Fossa 6. Il giornalista Giustino Parisse che in quella notte ha perso tutto, ha affidato al quotidiano il Centro una lunga riflessione piena di spunti. Per lui ci sono tre aspetti che non si possono misconoscere: il fatto che per 13 anni si è detto che il terremoto non si può prevedere, il fatto che difficilmente lo Stato va contro se stesso e il rispetto che per lui a volte manca nelle sentenze che spesso appaiono ciniche.
Ieri pomeriggio, in modo completamente spontaneo, un presidio di protesta si è costituito nel parco della memoria con una buona partecipazione nonostante la pioggia. Ad alimentarlo la professoressa Giusi Pitari, sempre in prima fila nelle battaglie che riguardano la città mentre i familiari delle vittime hanno già annunciato che ricorreranno in appello.