Dalla settimana scorsa gli studenti di Teramo si stanno mobilitando tramite assemblee pubbliche, presidi e manifestazioni per denunciare la chiusura di una scuola e le pessime condizioni di edilizia nella provincia.
Infatti il 3 ottobre circa 1200 studenti frequentanti i vari indirizzi del convitto nazionale dell’Istituto d’Istruzione Superiore Melchiorre Delfico sono stati evacuati dall’edificio in seguito ad un ordinanza di sequestro preventivo per via della mancanza del Dvr (Documento di Valutazione dei Rischi).
“Dire che la situazione sia stata gestita male è poco” – racconta Ilaria Calzolaio, membro dell’ Unione degli Studenti Teramo e studentessa dell’Istituto d’Istruzione Superiore Melchiorre Delfico – “Mezz’ora prima della chiusura ci è stato comunicato che, quel giorno le lezioni sarebbero finite prima, senza darci un motivo. Anche gli studenti che alloggiavano nel convitto sono stati mandati via e, ancora a oggi, non hanno risposte definitive per la loro sistemazione. Attualmente, più di mille studenti sono stati privati di un diritto fondamentale: il diritto allo studio, e non sanno che fine faranno nei prossimi mesi.”
“Il Delfico purtroppo non è un eccezione” – spiega Francesca Cantagallo, Coordinatrice Unione degli Studenti Abruzzo – “Secondo l’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, in Abruzzo solo una scuola su tre ha il certificato di sicurezza. Questa situazione va ad evidenziare la totale indifferenza della Regione ad adeguare gli edifici scolastici ed è la dimostrazione che a Teramo, ma non solo, non sono stati effettuati gli interventi adeguati. Il convitto si trovava già in una situazione precaria e la sua chiusura è la conferma di come le istituzioni non abbiano voluto investire per garantire il diritto allo studio.” aggiunge Cantagallo “Pensiamo che la scuola pubblica italiana viva un’emergenza in termini di infrastrutture scolastiche. Non riescono a essere date garanzie in termini di sicurezza e affidabilità delle infrastrutture.
La stessa questione abitativa comincia a toccare gli studenti delle scuole superiori, vista la carenza di servizi sufficienti. Il caso di Teramo non è una caso singolo, ma va ricollegato alla necessità di un piano strutturale di investimenti sull’edilizia scolastica.” dichiara Il Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti Tommaso Martelli.
La comunità studentesca si troverà a svolgere per un periodo indeterminato le lezioni di pomeriggio in quanto le altre scuole presenti nella città teramana sono altrettanto inagibili e non ci sono molti spazi disponibili in Provincia. Questa modalità di proseguimento delle lezioni ha riscontrato molto dissenso tra gli studenti della scuola:
“Le soluzioni finora presentate non vengono per niente incontro a noi studenti: dalla proposta di lezioni pomeridiane da 35 minuti dalle 15 alle 18 con orari di entrata diversi per indirizzo, alla proposta di spostare noi alunni in molteplici sedi con gli stessi problemi del Delfico non possono trovarci d’accordo e frammenterebbero il corpo studentesco dell’Istituto oltre che creare grossi disagi con i trasporti.” spiega Calzolaio “Proprio per questo, il 7 ottobre abbiamo manifestato per denunciare questa situazione e lo rifaremo il 15 novembre durante lo sciopero studentesco nazionale. Continueremo a chiedere a gran voce investimenti nell’edilizia per tutelare il nostro diritto allo studio e ci mobiliteremo finché non otterremo garanzie.”