Sul mancato rinnovo dei 300 contratti di somministrazione alla Sevel i sindacati di categoria contestano e dicono: “A Stellantis a pagare sono i più deboli”. In una nota congiunta le organizzazioni NiDil – CGIL, Felsa – CISL e UILTemp – UIL lanciano un grido di allarme per “lavoratrici e lavoratori ancora una volta nel dimenticatoio”.
Dal prossimo primo ottobre, infatti, 300 lavoratori somministrati, sui 730 attualmente occupati, non torneranno in fabbrica e rimarranno senza lavoro.
“La notizia – dicono i tre sindacati – non può che destare grande preoccupazione e profondo sdegno perché, come sempre, i primi a perdere il posto di lavoro sono l’anello più debole
della catena. Ci troviamo di fronte alla consueta modalità per la quale questa categoria viene messa alla porta, senza preavviso e con estrema facilità, nonostante abbiano contratti e missioni a tempo indeterminato e nonostante siano quella parte operativa senza risparmiarsi”.
Per i somministrati della Sevel si interrompe un percorso professionale dopo che erano stati contrattualizzati un anno fa come staff leasing dopo anni di contratti a tempo determinato.
“Siamo pronti a fare la nostra parte e non ci rassegniamo all’idea che i primi a pagare queste decisioni unilaterali siano i somministrati che danno il massimo tutti i giorni. Facciamo
notare che il sistema della somministrazione contempla la possibilità di fare ricorso agli ammortizzatori sociali previsti proprio per far fronte a situazioni contingenti. Le scelte di
Stellantis stanno vanificando gli sforzi e l’impegno profuso dai lavoratori e creando perdite in un settore che utilizza fondi auto – prodotti dalla somministrazione stessa. Sul solo settore
somministrazione nella Val Di Sangro il collasso o la riduzione di una azienda porterebbe conseguenze disastrose su tutte le altre”.