In quattro mesi avrebbe racimolato un bottino di 200.000 euro tra Marche, Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Lazio: spacciandosi per addetti ai servizi o per carabinieri, si introducevano nelle case degli anziani per derubarli.
La banda era composta da un uomo e tre donne, italiani di origine rom, – tra cui madre e figlia, di 51 e 28 anni – residenti a Teramo. Fingendo di dover controllare la raccolta differenziata, si spacciavano per addetti della locale azienda servizi o per carabinieri e ripulivano le case facendo razzia di denaro, di oggetti d’oro e altri preziosi. I quattro, pregiudicati, sono stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Numana, Compagnia di Osimo (Ancona). Tra gli elementi decisivi per incastrarli c’è la vitiligine che alcune vittime avevano notato sulle braccia di una delle ladre. La banda ha preso di mira soprattutto persone dai 70 agli oltre 90 anni, di Ancona e di Giulianova. La modalità operativa era sempre la stessa: raggiungevano il luogo del colpo da effettuare, agivano e ritornavano a Teramo in giornata. La donna più giovane, da sola o insieme a un’altra complice, si presentava nelle abitazioni come addetta di un’azienda servizi e faceva domande tecniche sulla raccolta differenziata, allo scopo di distrarre i padroni di casa. Nel frattempo, una o due altre donne, penetravano nell’abitazione e setacciavano le stanze prelevando tutti i valori che trovavano. Fuori, l’unico uomo faceva da palo all’esterno. Nelle Marche i furti sono stati compiuti in provincia di Ancona (sette nel capoluogo e poi a Numana, Jesi e Osimo), a Porto Recanati (Macerata), Ascoli Piceno e Porto San Giorgio (Fermo). In Abruzzo la banda è entrata in azione a Ortona, Francavilla al Mare (Chieti), e Giulianova (Teramo). In Molise ha colpito a Campobasso. In Emilia Romagna due raid a Cervia (Ravenna) e, in Lazio, un furto a Ferentino (Frosinone).