Anche l’Abruzzo ricorda la Shoah, nella Giornata della Memoria: 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz, liberando i pochi prigionieri superstiti.
Non tutti sanno che l’Abruzzo vanta il non lusinghiero primato di campi di internamento: 16 per l’esattezza ai tempi della seconda guerra mondiale perché la nostra regione era ritenuta idonea a questi, vista la conformazione del territorio e la scarsa densità, in alcune zone, della popolazione. Tuttavia non pochi Abruzzesi misero a repentaglio la propria vita per dare il loro aiuto e solidarizzare con le persone internate nei campi. C’è chi quegli episodi li può raccontare perché li ha vissuti sulla propria pelle e ci sono le immagini che testimoniano la lucida follia dei nazisti. Sono stati 6 i milioni di Ebrei sterminati nel mondo, ma anche omosessuali, disabili, Rom. Oggi, 27 gennaio, di 74 anni anni fa, la liberazione del Campo di Auschwitz, da parte dell’Armata Rossa e la memoria è un dovere e deve partire dai più giovani. Diverse le iniziative nella nostra regione. Le città e i centri più piccoli della nostra regione, dedicano iniziative e incontri proprio per prestare fede al dovere della memoria. Tra teatro, convegni, incontri con i più giovani, musica, sono tante le forme adottate per non dimenticare l’orrore. Intanto lo storico Nicola Palombaro, nel suo libro scritto per l’ANPI Pescara, “Zona Rossa”, parla anche di storie commoventi e struggenti che hanno riguardato abruzzesi uccisi dai Tedeschi solo perché volevano aiutare coloro che uscirono dai campi di prigionia, in Abruzzo ce n’erano 5. La loro generosità costò la vita a non pochi corregionali.
Il servizio del Tg8