Arresto per omicidio preterintenzionale aggravato dalla minorata difesa. In carcere P.M. un sessantenne di origine napoletana, gestore di due night club della costa abruzzese per il reato di tolleranza/favoreggiamento della prostituzione da parte delle ragazze che accompagnavano i clienti durante l’orario di lavoro
I Carabinieri di Teramo, hanno fatto luce su quello che all’apparenza era sembrato un incidente stradale mortale ma che, in seguito alle indagini, si è trattato di un omicidio. Nella notte del 19 aprile scorso a Silvi, lungo la statale adriatica, all’altezza del night club Zeus, un uomo di 51 anni, M.M. di Città Sant’Angelo è deceduto dopo essere stato investito da un’automobile. Il 51enne, che si trovava in strada, è stato colpito da un’auto in transito, il cui conducente si è immediatamente fermato per prestare soccorso al malcapitato. Sin da subito, però, la dinamica dell’incidente è apparsa alquanto strana, tale da indurre la Procura della Repubblica di Teramo ad approfondire gli accertamenti.
A seguito dell’attività investigativa è emerso, infatti, che il 51enne, cliente del night club, versava in uno stato di minorata difesa a causa dell’alterazione del suo stato psicofisico dovuto all’assunzione di alcool, il quale ha avuto una lite, sul marciapiedi, con un altro individuo che successivamente lo ha spintonato verso la strada al sopraggiungere dell’auto che lo ha investito. La lite è scaturita a causa di una donna che prestava servizio nel night club di cui il defunto si era innamorato. Pertanto il G.I.P. del Tribunale di Teramo, concordando pienamente con le risultanze investigative offerte dagli inquirenti ha ordinato l’arresto dell’uomo che ha litigato con il cinquantunenne deceduto. Si tratta di P.M. un sessantenne di origine napoletana, gestore di due night club della costa abruzzese. Per lui l’accusa di tolleranza/favoreggiamento della prostituzione da parte delle ragazze che accompagnavano i clienti dei due night club durante l’orario di lavoro sia all’interno del locale sia nelle uscite all’esterno concordate con l’arrestato. L’indagine è stata particolarmente difficile in quanto i Carabinieri hanno dovuto fare i conti con testimoni reticenti e costretti a cambiare versione sui fatti, stato dei luoghi modificati, immagini delle telecamere distrutte. Infatti l’arrestato, per far accreditare la tesi che il 51enne fosse ubriaco e che stesse attraversando la strada, con l’aiuto di complici ha provveduto a distruggere l’impianto di videosorveglianza minacciando le accompagnatrici che avevano assistito a quanto accaduto, chiedendo di non riferire la verità ai Carabinieri.
L’arrestato, sempre secondo quanto riferito in conferenza stampa, si adoperava per impedire alle ragazze che avevano abbandonato il locale dopo il decesso del 51enne, di testimoniare la verità, utilizzando gravi minacce e offerte di regali e denaro. Nel contempo, le indagini, hanno consentito di appurare che il sessantenne era coadiuvato nell’attività di inquinamento probatorio da parenti, dipendenti e da alcune delle accompagnatrici, tra cui quella a cui sia l’arrestato che il deceduto erano particolarmente legati. Inoltre, è stato scoperto, che l’arrestato aveva attuato un collaudato e stabile sistema di reclutamento all’interno dei due night club di ragazze disposte a prestazioni sessuali a pagamento. Nel corso dell’esecuzione della misura cautelare, i militari del RONIV hanno provveduto a perquisire i due night e negli appartamenti dove l’arrestato faceva alloggiare le accompagnatrici, al fine di acquisire elementi pertinenti ai reati di favoreggiamento della prostituzione e di cessione di sostanze stupefacenti nei due night club. Con l’arresto eseguito la scorsa notte, le indagini non sono terminate ma proseguono a carico di ulteriori soggetti – gravitanti intorno all’arrestato – denunciati a piede libero a vario titolo per fattispecie di reato emerse dalle attività investigative. Infine si lavora per rintracciare le testimoni -ancora non escusse – che, impaurite e minacciate, si sono allontanate dal night club e/o dal relativo mondo lavorativo. Si confida infatti the le stesse — a seguito dell’arresto eseguito trovino il coraggio di testimoniare su quanto accaduto.