Ancora a secco i rubinetti in gran parte del territorio di Silvi. A causa dell’emergenza idrica alcuni turisti hanno fatto le valigie anticipando il rientro dalle vacanze.
Un’emergenza idrica, senza precedenti, che va avanti da due settimane e che sta mettendo a dura prova residenti e turisti. Pronta anche una class action di alberghi e ristoranti. Per riempire le autoclavi molti sono stati costretti a rifornirsi tramite le autobotti dell’Aca. E’ andata peggio a chi abita in strutture senza autoclavi: obbligati a trasferirsi da parenti e amici o, addirittura, a fare le valigie in anticipo. A nulla sono valse le proteste al sindaco Andrea Scordella, al prefetto di Teramo e all’Aca, l’azienda idrica pubblica che gestisce il servizio.
Tra i vacanzieri c’è D.M., 40 anni di Roma, ma originario di Silvi, dove trascorre le vacanze. Quest’anno ha anticipato il rientro poiché con una bambina di due anni e la moglie incinta il soggiorno è diventato “insostenibile”.
“La cosa assurda – riferisce D.M. – è che case senza autoclavi hanno l’acqua, case con autoclavi a secco. Il problema sarebbe in una doppia conduttura (la vecchia e la nuova) che creerebbe problemi a macchia di leopardo in tutta la città”. “L’acqua è un diritto che ci è stato negato – continua D.M. – e non c’entra niente l’assenza pioggia o la presenza di autoclavi. Qui siamo di fronte ad una incapacità gestionale a tutti i livelli. Altrimenti come è possibile che tutte le altre regioni meridionali non hanno la stessa situazione?”.
Dello stesso parere anche A.T., 48 anni, negoziante di Roma e proprietario di una casa al centro di Silvi: “La situazione è insostenibile e io con mia moglie e i nostri due figli abbiamo anticipato il rientro. Ci facevamo le docce nei chioschi al mare ma poi anche loro sono rimasti senza”. E. N., 56 anni, medico bolognese, trascorre da 40 anni le vacanze sulla costa teramana: “Una situazione impossibile a cui non ho mai assistito – racconta – sono costretto ad andare via prima perché per i servizi igienici ci serviamo dei secchi d’acqua riempiti nelle fontane pubbliche che hanno acqua in abbondanza”. F. M., 47 anni, di Cerignola, addirittura dovrà ricorrere ai legali: “Purtroppo il mio locatore non vuole riconoscermi parte dell’affitto già pagato. La situazione è insostenibile e vado via ma per riavere i soldi devo affidarmi ai miei avvocati”.
L’emergenza idrica sta causando un danno economico grave a molte attività che sono già sul piede di guerra. F. P., 32 anni, proprietario di un bar in centro, fa sapere che “stanno organizzando una class action per tutelare i mancati incassi e l’interruzione delle attività per mancanza d’acqua. Molti bar non potevano rifornire caffè, forni e pasticcerie hanno aperto le saracinesche a metà giornata e molti alberghi e ristoranti hanno dovuto riempire le autoclavi con ingenti danni”.