Silvi, uccise il padre: pena ridotta da 21 a 14 anni

Dopo l’annullamento della sentenza d’appello, si è chiuso con una riduzione della condanna il nuovo giudizio davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia per Giuseppe Di Martino, 49enne di Silvi (Teramo), accusato di avere ucciso il padre

Il tragico fatto avvenne nella notte tra il 13 e il 14 giugno del 2019, al culmine di una lite tra il padre Giovanni Di Martino, 73enne, e il figlio Giuseppe.

A decretare l’annullamento è stata la Corte di Cassazione che ha dichiarato fondato il ricorso, limitatamente al trattamento sanzionatorio. Il nuovo processo di secondo grado ha rideterminato la condanna per il mancato accoglimento delle attenuanti generiche, riducendola da 21 a 14 anni di reclusione.

Di Martino era stato condannato a 25 anni in primo grado e a 21 anni di reclusione in appello. Nell’interrogatorio davanti al Gip, a suo tempo, l’imputato aveva ribadito la sua versione dei fatti spiegando di essere intervenuto quando, visto il padre aggredire per l’ennesima volta la madre 76enne, lo aveva afferrato per il collo ingaggiando un corpo a corpo nel corso del quale l’uomo aveva sbattuto più volte la testa sul
tavolino del tinello.

Invece, secondo la procura, l’uomo avrebbe strangolato il padre: “la condotta complessivamente posta in essere dall’imputato evidenzia una incontrovertibile determinazione da parte di Giuseppe Di Martino – si leggeva nelle motivazioni di primo grado – seppur verosimilmente insorta o quantomeno notevolmente rafforzatasi al momento dello scontro fisico con il padre, che non lascia dubbi sulla sussistenza
della volontà omicida”.

Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.