I rappresentanti sindacali di CGIL FP – CISL FP – UIL FPL, Rita Candeloro, Vincenzo Traniello, Alfredo Di Gianmartino e Giuseppe Sciubba, denunciano l’esigenza, dopo due anni, dell’aggiornamento del piano industriale dell’ Arap, l’ Azienda Regionale Attività Produttive, dei ritardi nella sua attuazione la situazione economica-finanziaria, che non risulta risanata.
E, i rapporti tra l’Arap e i gestori del servizio idrico integrato (CAM, SACA e SASI), purtroppo, continuano a produrre notevoli perdite per l’ente, peggiorando l’equilibrio finanziario nonché l’obiettivo prioritario del piano industriale. Le ragioni di questa situazione di stallo sono molteplici e non tutte dipendenti dalla stessa Arap, ma richiedono una rimodulazione organizzativa che possa incidere positivamente sull’Ente.
È stato sottoscritto un accordo tra i sindacati e il Presidente dell’Arap che non può essere dimenticato perché è costato enormi sacrifici ai lavoratori, e che avrebbe dovuto essere propedeutico ad un bilancio di esercizio che risanasse i 6 milioni di perdite registrate nel 2015 con una riduzione del costo del personale, che sul fatturato dell’ente, incideva per il 56%. Dalla sottoscrizione dell’accordo il processo di riorganizzazione dell’Arap è fermo o meglio ha subito dei percorsi incerti e tortuosi, – incalzano CGIL FP – CISL FP – UIL FPL .
“Le professionalità e le competenze dei dipendenti, si legge nel documento, non sono state valorizzate adeguatamente, ma si è preferito ricercare delle figure professionali esterne, nonostante tali professionalità fossero già presenti nella dotazione organica, aggravando ulteriormente la situazione debitoria. A tutt’oggi, i lavoratori non hanno percepito la 14°mensilità del 2017, e quelli collocati in prepensionamento stanno ricevendo solo mensilmente l’indennità prevista dall’accordo, che doveva, invece, essere erogata in un’unica soluzione”.
I sindacati, come più volte hanno ribadito, chiedono una maggiore trasparenza, un’informazione e l’apertura di un tavolo di confronto che sciolga definitivamente i nodi strutturali, economici ed organizzativi, che impediscono il decollo dell’Agenzia regionale per le attività produttive.