Sospese per maltempo le ricerche dei due dispersi. L’angoscia dei familiari arrivati in Abruzzo+++IN AGGIORNAMENTO+++

Condizioni meteorologiche proibitive hanno fermato le ricerche dei due alpinisti emiliani dispersi da ieri in un canalone sul Gran Sasso. Arrivati in Abruzzo i familiari. In difficoltà anche i soccorritori: alle 14 una forte bufera ha fermato la funivia. Nella foto i due amici legati anche dalla passione per la montagna+++ IN AGGIORNAMENTO+++

AGGIORNAMENTO ORE 16- “Le condizioni meteo sono critiche, con bufera di neve e temperature che raggiungono i -10 / -15 gradi. Non possiamo dire nulla perché di loro non sappiamo nulla”. Così il presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo, Daniele Perilli. Per queste ragioni sono state sospese le ricerche dei due alpinisti bloccati da ieri sul Gran Sasso, scivolati nel Vallone dell’Inferno. Di loro, da tante ore, non si hanno notizie. I cellulari sono scarichi e non c’è stato modo di contattarli. 2Gli ulteriori tentativi di avvicinamento di questa mattina a partire dalle 6.30 – dicono ancora al Soccorso Alpino – purtroppo non sono andati a buon fine. Le condizioni sul Gran Sasso restano proibitive, anche a causa degli accumuli di neve fresca delle ultime ore e delle forti raffiche di vento. Le condizioni meteorologiche tra l’altro sono in peggioramento”.

Sono ore molto di angoscia, oltre che di attesa, per Santarcangelo di Romagna, borgo del Riminese dove risiedono i due alpinisti dispersi da ieri sul Gran Sasso: si tratta di due amici, Luca Perazzini, 42 anni, e Cristian Gualdi, 48 anni. Lo dice all’ANSA il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, che esprime alle famiglie tutta la vicinanza della comunità.
“Continuiamo ad aspettare e a sperare”, afferma il sindaco, che ha provato anche a chiamare le famiglie, giunte in Abruzzo, ma senza esito in queste ore così delicate in cui non è chiaro quando i soccorsi potranno rimettersi in marcia. “Luca e Cristian abitavano anche vicino”, in una frazione del comune del
Riminese, “condividevano sicuramente la passione per l’alpinismo”. “So che fino a un certo punto i loro telefoni sono stati raggiungibili, poi da ieri pomeriggio più nulla”.

 

AGGIORNAMENTO ORE 14– Bloccata la funivia a Campo Imperatore, soccorritori sul Gran Sasso impossibilitati a riscendere. Tutta la macchina dei soccorsi ora sta valutando ogni alternativa percorribile per sfruttare le poche ore di luce rimaste.

Le squadre del Cnsas e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza sono ancora ferme nel piazzale di Fonte Cerreto, località di partenza della funivia del Gran Sasso che conduce in quota a Campo Imperatore (L’Aquila). Erano in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo per poter raggiungere i due alpinisti della provincia di Rimini bloccati da ieri in un canalone sul Gran Sasso; il tempo, però, è in peggioramento e per il momento non è possibile saper  quando le operazioni potranno riprendere.
Nel frattempo, sono arrivati in Abruzzo i familiari dei due dispersi. Ieri erano stati gli stessi alpinisti a chiedere aiuto dal Gran Sasso, facendosi localizzare, dopo essere scivolati verso la Valle dell’Inferno mentre scendevano dalla Direttissima del Corno Grande. Subito erano iniziate le operazioni di soccorso, interrotte nella notte, riprese questa mattina e poi di nuovo interrotte, prima di mezzogiorno, a causa del netto peggioramento delle condizioni meteo e dell’impossibilità, per i soccorritori, di procedere in condizioni di sicurezza

Lo stop è arrivato dopo il tentativo di questa mattina, senza esito, degli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico che si sono spinti fino al bivacco invernale del rifugio Duca degli Abruzzi.

Hanno già passato una notte all’addiaccio a quota 2700 metri sul Gran Sasso i due escursionisti romagnoli di 42 e 48 anni da ieri bloccati nel canalone Valle dell’Inferno sotto il Gran Sasso dopo essere scivolati nel tentativo a quanto pare di raggiungere il Corno Grande (2914 metri). Uno di loro sarebbe anche ferito. Dopo una prima richiesta di aiuti con il telefono, dei due escursionisti si sono persi poi i contatti. Il rischio più grande per loro per ora è rappresentato dall’ipotermia.

Incidenti montagna, in Abruzzo 10 morti e due dispersi nel 2024 – È di dieci morti e due dispersi il bilancio degli incidenti in montagna in Abruzzo nel 2024, ‘annus horribilis’ a causa di sette incidenti e tre malori accaduti a escursionisti, turisti e cercatori di funghi; risultano tuttora dispersi, dallo scorso settembre, un escursionista, Giorgio Lanciotti, di 35 anni, di Roseto (Teramo), scomparso sul Gran Sasso, e un fungaiolo, Italo Basilisco, 70enne di Spoltore
(Pescara), scomparso sull’Altopiano del Voltigno. Nel 2023 i morti in montagna in Abruzzo sono stati sei.
La prima morte registrata quest’anno risale al 14 gennaio scorso ed è quella dell’aquilano Luca Nunzi, di 45 anni, scivolato per diversi metri a ridosso del canale Maiori, sul versante nord del monte Sirente e poi travolto da una slavina, causata con ogni probabilità dalla sua stessa caduta. L’incidente è avvenuto in zona Secinaro (L’Aquila), nei pressi della Valle Lupara, e secondo quanto riferito da uno dei soccorritori nella zona c’era l’allerta valanghe.
Il 25 maggio muore per malore un uomo di 61 anni, Emilio Martorelli, di Avezzano (L’Aquila), impegnato in una escursione sul Monte Velino insieme ad un amico sul sentiero 3 del Cai. Il 7 luglio un escursionista ciociaro di 47 anni, Mauro Rosati di Atina, muore per un malore mentre percorre un sentiero nel Monte Amaro all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, nel territorio di Opi al confine tra le province di Frosinone e L’Aquila.
Il 12 agosto muore un commercialista di Pescara, Fabrizio Scocchia, di 56 anni, dopo essere precipitato dal sentiero che conduce al Pizzo Cefalone, cima più alta della dorsale occidentale del massiccio del Gran Sasso, nel corso di una escursione con gli amici.
Il 14 agosto un turista lombardo, Enrico Albertini, di 59 anni, di Monticello Brianza (Lecco), durante un’escursione in compagnia della moglie sulla Maiella, cade e muore dopo un volo di 30 metri in un dirupo. Il 17 agosto malore fatale per un 87enne, Federico Cipriani, originario di Roccaraso (L’Aquila), ma residente da anni a Livorno, su un sentiero a ridosso di Palena (Chieti) che l’uomo stava percorrendo in e-bike.  Il 20 agosto l’incidente più grave: Luca Persiani, noto pilota di auto da corsa, 40enne di Albano Laziale (Roma), muore dopo essere precipitato con la propria jeep in un burrone sul Monte Genzana, nel corso di un’escursione a Frattura, frazione del Comune di Scanno (L’Aquila).
Il 23 agosto viene ritrovato morto, dopo quasi due settimane di ricerche, Lewin Weituschat, uno studente tedesco di 25 anni, in Italia per il programma Erasmus, scomparso il 10 agosto durante un’escursione in solitaria sul Gran Sasso. Il giovane stava percorrendo la Via del Centenario, che da Vado di Corno arriva a Fonte Vetica: giunto sul lato nord del Prena sarebbe scivolato nella forra ed è morto.
Il 15 settembre in due distinti incidenti – a Rocca Santa Maria in località Ceppo e a Valle Castellana, lungo la sp 49, in località Fosso Viola – muoiono due cercatori di funghi, Giuseppe Di Luca, 82 anni, di Corropoli (Teramo) e Aldino Ruggieri, 85 anni, di Tortoreto (Teramo), entrambi scivolati e precipitati
nel vuoto e morti poco dopo essere caduti