L’inequivocabile nota del vescovo Valentinetti sul caso del sacerdote di Montesilvano che ha criticato Papa Francesco durante un’omelia. “Sarà stanco: utile un periodo di riposo”
Non si è fatto attendere l’intervento del vescovo Tommaso Valentinetti (nella foto) riguardo le affermazioni definite in una nota “inopportune contro Papa Francesco” usate da don Edward Pushparaj nella predicazione della messa di ieri domenica 9 aprile a Montesilvano, che avevano colpito molti fedeli, i quali avevano reagito con evidenti segni di dissenso. Il vescovo ha ascoltato, immediatamente, don Antonio Del Casale, parroco di Sant’Antonio di Padova in Montesilvano e ha verificato con lui l’accaduto.
height=315«La predicazione è una delle azioni principali del ministero di un presbitero – afferma l’arcivescovo – è un servizio legato alla meditazione della Parola del giorno, alla Liturgia e non può, certamente, riguardare giudizi personali, tanto più quando non sono in comunione con il Papa». Sono diverse settimane, infatti, che i fedeli della parrocchia di Montesilvano centro lamentano parole improprie del viceparroco riguardo le scelte papali e soprattutto contro l’esortazione apostolica Amoris Letitiae. «Spero che per don Edward – continua monsignor Valentinetti – sia solo un momento di stanchezza e auspico che il fratello sacerdote possa confrontarsi con me e trovarmi, come sempre, disponibile ad ascoltare le sue perplessità e addirittura la sua eventuale rabbia con le scelte papali. Immagino che abbia “letto” il ministero petrino con superficialità, sollecitato, probabilmente da alcune correnti clericaliste e pseudo-tradizionaliste a cui il Papa, per fortuna, dà fastidio. Penso che sia giusto chiedere al sacerdote un tempo di riposo ed esonerarlo, momentaneamente, dagli impegni pastorali. È chiaro, altresì, che il ministero presbiterale nella chiesa cattolica presuppone di per sé la comunione con il Santo Padre, ma non vogliamo allontanare nessuno. Per questo, nel periodo pasquale, intendo raggiungere la comunità di Sant’Antonio di Padova per mettermi in ascolto delle loro perplessità. Vorrei, in questo modo, con tutta la comunità di battezzati che condividono le responsabilità, valutare e capire come aiutare il sacerdote».