Spoltore: lupi nei centri urbani, come gestire il fenomeno?

“Il lupo: se lo conosci, lo eviti e poi lo ami”: è questo il titolo di un incontro svoltosi questa mattina  presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Spoltore in piazza D’Albenzio.

Il lupo, uno dei simboli dell’Abruzzo, prima regione in Italia, decenni fa, ad attuare una politica di reinserimento nei suoi parchi, quando c’era un concreto rischio di estinzione. A distanza di quasi 50 anni, quello che dovrebbe essere una risorsa del patrimonio naturalistico abruzzese, sembra, invece, essere diventato un problema, per via dei frequenti raid negli allevamenti o peggio nei centri urbani, come diversi e recenti fatti di cronaca ci hanno raccontato. A Spoltore, presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso presieduta da Luigi Spina, il presidente regionale dell’Associazione nazionale Medici Veterinari Marco Della Torre, ha invitato amministratori ed esperti per tentare di fare sintesi rispetto a:

“Un problema molto sentito nell’intera area provinciale pescarese e soprattutto a Spoltore, dove questa Giunta non ha impiegato spazio e azioni sufficienti, a mio parere, come per altri argomenti di sicurezza e pubblica incolumità, per non dimenticare altresì il progetto di un rifugio che avrebbe potuto dare lustro alla nostra città con provvedimenti seri e necessari: abbiamo provato a dare consigli comportamentali per evitare terribili lutti e possibili aggressioni. Vorremmo anche suggerire possibili soluzioni a cittadini e amministratori. “

Lupo, dunque, come risorsa preziosa nel mantenere in salute un intero ecosistema, che non va visto come male assoluto, ma che andrebbe in qualche modo gestito, come ha voluto sottolineare l’avvocato animalista Michele Pezone:

“Non ci sono segnali confortanti, da questo punto di vista, la recente proposta dall’Europa di declassare il lupo da specie particolarmente protetta a specie protetta apre scenari inquietanti che già si stanno vedendo nel nord Italia. Noi crediamo che il problema non sia il lupo, ricordiamo che ad oggi sono circa 3000 gli esemplari tra Alpi e Appennini, numero di molto al di sotto della soglia pericolo, il vero problema sta nell’uomo e in come sia capace di attuare quelle misure esistenti per consentire al lupo di fare la sua vita e, allo stesso tempo, mettere in sicurezza allevamenti o animali d’affezione.”

Le decisioni spettano alla politica e in questo senso da tempo il Consiglio Regionale si sta adoperando per fronteggiare l’emergenza, non solo dei lupi, ma anche di altre specie della fauna selvatica:

“Io credo che la cosa migliore da fare – ha sottolineato il Presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri – è quella di affidarsi agli esperti e lasciarsi guidare da loro. E’ necessario agire con estremo equilibrio e al cospetto di dati scientifici certi. Il tema non è abbattimento indiscriminato degli esemplari, ma quello di attuare politiche che tutelino il nostro ecosistema, ma che allo stesso tempo garantisca la salvaguardia delle persone, degli animali di allevamento e di quelli di affezione.”