Nel 2009 la morte di un giovane romano al chilometro 15,900 della Statale 80, esattamente nel punto in cui Fabio D’Ettorre, 33enne teatino ha perso la vita domenica scorsa. Nel 2011 la morte di Alessio Castellani, 26 anni, difficile dimenticare l’abbraccio della fidanzata incredula durato per ore sull’asfalto al primo bivio per Marruci, in direzione Arischia.
Sempre nel 2011 tra Arischia e il passo delle Capannelle un giovane di 17 anni finì contro un’auto, e poi in prognosi riservata all’ospedale dell’Aquila. Nel 2015 un uomo di 59 anni, aquilano, andò a schiantarsi contro il ciglio della strada vicino alla frazione di Arischia.
Nel tratto teramano la chiamano “la strada maestra del Parco”, amata dai motociclisti ma anche dai ciclisti, a tratti ombreggiata, dalle curve invitanti e paesaggi mozzafiato.Ma è anche la strada della morte e degli incidenti. Svalicare il passo delle Capannelle per chi viene dall’Aquila in moto o in bici è sempre un’emozione, ma il percorso che verso nord è tipicamente montano con l’ingresso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga fino al Valico delle Capannelle, a 1.300 metri di altitudine e, poi, entrando nella Valle del Vomano – conta una lunga scia di vite perdute.
L’ultima, domenica 31 luglio. Cento chilometri di pura bellezza che però troppo speso invogliano a spingere sull’acceleratore, o sul pedale della bici tagliando le curve pericolosamente. Una strada su cui occorre una maggiore sicurezza, come ha detto a Rete8 il sindaco di Crognaleto, Giuseppe D’Alonzo e come invocano gli abitanti di Arischia, stanchi di continui incidenti alle porte del loro paese.