Un operaio della ex Sevel, oggi gruppo Stellantis, è morto nel turno della notte scorsa mentre era al lavoro nello stabilimento di Atessa
L’uomo, che aveva 56 anni, si chiamava Massimo Di Florio. Secondo quanto si è appreso l’operaio avrebbe accusato un malore improvviso mentre si trovava su un carrello nel reparto montaggio, durante il terzo turno di lavoro.
Inutili i tentativi di rianimarlo effettuati dai colleghi di lavoro e poi dai soccorritori del 118. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Atessa, le indagini sono coordinate dalla Procura di Lanciano. La salma è già stata restituita ai familiari.
“La notizia è stata sconvolgente e l’USB intende esprimere tutto il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Massimo Di Florio. Non è il momento delle polemiche ma è solo il momento del dolore, tuttavia accertate le cause della morte crediamo sia il caso di approfondire le modalità di ricorso al turno
notturno che nello stabilimento da sempre viene svolto a regime volontario, cosa che implica il fatto che tantissimi lavoratori lo effettuano da anni o addirittura decenni. Abbiamo sempre sollevato la questione, anche all’interno della rivendicazione su ritmi e carichi di lavoro che stiamo portando avanti da tempo e che poche settimane fa ci ha visti
promotori di un sit in davanti allo SPSAL di Chieti insieme allo Slai Cobas, cercando di informare anche i lavoratori sui rischi a cui si può andare incontro svolgendo il lavoro notturno per lunghi periodi. Ci sono diverse ricerche scientifiche, tra queste la più importante quella fatta dall’IARC di Lione, che hanno accertato l’aumento notevole di rischio su tantissime patologie tra cui quelle cardiovascolari e neoplasie. La magistratura e gli organi di controllo faranno tutti gli accertamenti del caso ma se vogliamo rendere onore a Massimo è dovere di tutti adoperarsi per ridurre le possibilità che accadano tragedie simili”.