All’indomani della strage di Tempera sono tanti gli interrogativi aperti
Il professor Carlo Vicentini, 70 anni urologo e docente universitario in pensione, morto suicida dopo aver fatto una strage familiare scoperta nel pomeriggio di ieri nella sua villetta alla periferia dell’Aquila, nella frazione di Tempera, dove sono stati trovati i corpi senza vita della moglie, della figlia, e del figlio disabile che era attaccato ad un respiratore e in gravissime condizioni, avrebbe lasciato un biglietto con frasi farneticanti. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, il contenuto sarebbe composto da pensieri farneticanti. Questo lascerebbe intendere che il medico, dopo il pensionamento, depresso e introverso secondo molti per le gravi condizioni di salute del figlio, non avrebbe premeditato la strage. Ma le indagini della polizia, coordinate dal pm Guido Cocco, proseguono per stabilire moventi e dinamiche. La dinamica appare chiara come si diceva. Il medico nella notte tra mercoledì e giovedì avrebbe freddato i familiari mentre erano a letto, colpiti nel sonno. Probabilmente a far scattare il tutto la preoccupazione per le condizioni del figlio Massimo di 43 anni, con una grave disabilità, e che si era aggravato negli ultimi tempi ed era stato anche ricoverato al San Salvatore. Probabilmente la strage era premeditata perché Vicentini aveva detto al fratello di voler trascorrere qualche giorno a Tortoreto con la famiglia ma di recente era stato al poligono di tiro ed aveva affidato i suoi cani da caccia. Elementi che fanno pensare alla premeditazione. Mercoledì sera gli ultimi contatti della famiglia che aveva avuto amici a cena. Alle due della notte successiva l’ultimo accesso della figlia Alessandra, dietista alla Asl di Teramo, sul cellulare. Le finestre erano chiuse ma la storia di Tortoreto aveva fatto pensare alla famiglia che era andata nella seconda casa. Poi però i sospetti e una nipote ieri a ora di pranzo ha deciso di entrare facendo la macabra scoperta. I cadaveri, 4, di Vicentini stesso che si è sparato in testa, della moglie Carla e dei figli Massimo e Alessandra erano in stanze diverse. Sono previste le autopsie comunque. Tutti parlano di un professionista straordinario ma soffriva per le condizioni del figlio, così racconta anche l’avvocato di famiglia Emilio Bafile. Il Pm è Guido Cocco. L’avvocato Guglielmo Santella, consigliere comunale, conosceva molto bene la famiglia perché dello stesso paese. Un fatto che ha sconvolto l’intera comunità perché ci si conosce tutti in paese. L’avvocato Santella parla di una famiglia amata e stimata. Certo la malattia del figlio che si era aggravato molto dava molta preoccupazione al professionista che, forse, da quando era in pensione viveva una quotidianità ancora più complessa. Il fratello Giovanni non sa darsi pace. La malattia del figlio però lo aveva segnato profondamente e molti amici raccontano che preferiva stare solo ultimamente. Da poco tempo era in pensione. A chi lo aveva chiamato per delle visite, da quello che raccontano alcuni pazienti, aveva dato il nome di un altro professionista.
Emergono particolari anche sul biglietto lasciato dall’omicida: nello scritto con grafia incerta, considerato delirante, il medico cerca di spiegare la sua situazione, accusando in maniera farneticante alcune persone.
Lunedì sono in programma le autopsie sui quattro corpi.