Al microfono del Tg8 la direttrice del carcere di Vasto dove Sabatino Trotta era stato accompagnato, intorno alle 15:30 di ieri, poche ore dopo l’arresto nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. La direttrice Giuseppina Ruggero racconta l’arrivo del dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara: “Era tranquillo al punto da lasciarsi andare ad una battuta sul mio accento pescarese. Dopo il Tg3 ben due passaggi degli agenti per verificare come avesse reagito al momento mediatico”. Aperte due inchieste.
E’ la direttrice del carcere di Vasto, Giuseppina Ruggero, a raccontare al microfono del Tg8 l’arrivo di Trotta ieri pomeriggio intorno alle 15:30. Nell’intervista tutti i passaggi, come da protocollo, a partire dal colloquio col medico per stabilirne il rischio suicidario e, quindi, il livello di sorveglianza da disporre.
“E’ sceso dalla macchina della Finanza e mi è subito parso tranquillo – racconta al Tg8 Ruggero – al punto che si è lasciato andare ad una battuta sul mio accento pescarese. Ne abbiamo sorriso insieme. Una persona che appariva tranquilla al punto da scherzare e giocare”.
” E’ stato, quindi, accompagnato in infermeria presso il medico ‘di primo ingresso’ il quale come da protocollo ha svolto con Trotta un colloquio per accertarne lo stato psicologico. Lo stesso medico ha stabilito, in base ai tre livelli di rischio suicidario, che per Sabatino Trotta il livello fosse il più basso. Io ho voluto – aggiunge la direttrice del carcere di Vasto – leggere personalmente la scheda del medico e ho ritenuto di ascoltare Trotta. A tutti è risultata la perfetta congruità tra il responso del medico e come ci era parso, tranquillo appunto, il dottor Trotta”.
“Sabatino Trotta è stato, quindi, subito accompagnato in stanza e fornito di tutto il necessario. Subito dopo il Tg3 mi sono premurata di verificare come avesse gestito la notizia del suo arresto data dal Tg3 regionale. Il responsabile dei controlli mi ha spiegato che erano stati eseguiti due controlli e anche in quel caso Trotta era parso tranquillo. Aveva mangiato persino delle orribili sottilette che sanno di plastica, mi spiace da direttore del carcere dire queste cose ma così è”.
Quanto alle valutazioni del rischio suicidario la direttrice ci spiega che “tre sono i livelli previsti e in base alla catalogazione si dispone, di conseguenza, il passaggio dei controlli in stanza. Sono giri variabili che vanno dal controllo ogni 30 minuti a quello ogni 15: solo in caso di stretta sorveglianza si controlla a vista il detenuto. Nel caso del dottor Trotta non era stato previsto nessun livello di allerta e, quindi, di controllo più attento e frequente”. E’ stata la direttrice stessa ad informare i familiari parlando con la moglie: ” E’ giusto che si sappia cosa è accaduto perchè i figli devono potersi consolare”.
Due le inchieste: una della Procura e l’altra interna al carcere di Vasto.