La Procura di Vasto ha posto sotto sequestro sia la lettera che gli altri effetti personali di Sabatino Trotta, lo psichiatra che si è suicidato in carcere dopo essere stato arrestato per corruzione dalla Procura di Pescara al termine di una indagine su un appalto della Asl pescarese. I magistrati vastesi hanno aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, ma il cui destino è quello di essere tramutato in istigazione al suicidio qualora ne risultassero le evidenze.
Di norma le lettere dei suicidi, se contengono solo messaggi alla famiglia, vengono rilasciate ai familiari, mentre vengono acquisite se si ritiene che possono fornire elementi alle indagini. L’avvocato di Trotta, Antonio Di Giandomenico, dice che “questo sequestro è un atto dovuto”, ma la valutazione dello scritto deve essere fatta dai Pm vastesi. Il legale dello psichiatra ha rivelato che l’autopsia di Trotta verrà effettuata il prossimo 11 aprile. L’avvocato in una nota ha successivamente spiegato che sta valutando ulteriori iniziative per tutelare l’immagine del dottor Trotta alla luce di alcune indiscrezioni pubblicate su alcuni organi di stampa.
Di ieri al microfono del Tg8 la lunga intervista della direttrice del carcere di Vasto che ha raccontato dal momento dell’arrivo del dottor Trotta intorno alle 15: 30 fino al suo tragico ritrovamento in stanza. Parlando di un ” uomo tranquillo che si è lasciato andare anche ad una battuta sul suo – della direttrice- accento spiccatamente pescarese” dal ritratto della dottoressa Giuseppina Ruggero nulla che lasciasse temere il peggio al punto che il medico del carcere dopo aver sottoposto il dottor Trotta ad accurato colloquio psicologico non ne aveva disposto il controllo a vista ritenendo non esservi il pericolo di intenti suicidari.
Così ieri la direttrice del carcere al Tg 8.
La direttrice Giuseppina Ruggero racconta l’arrivo del dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara: “Era tranquillo al punto da lasciarsi andare ad una battuta sul mio accento pescarese. Dopo il Tg3 ben due passaggi degli agenti per verificare come avesse reagito al momento mediatico”. Aperte due inchieste.
E’ la direttrice del carcere di Vasto, Giuseppina Ruggero, a raccontare al microfono del Tg8 l’arrivo di Trotta intorno alle 15:30. Nell’intervista tutti i passaggi, come da protocollo, a partire dal colloquio col medico per stabilirne il rischio suicidario e, quindi, il livello di sorveglianza da disporre.
“E’ sceso dalla macchina della Finanza e mi è subito parso tranquillo – racconta al Tg8 Ruggero – al punto che si è lasciato andare ad una battuta sul mio accento pescarese. Ne abbiamo sorriso insieme. Una persona che appariva tranquilla al punto da scherzare e giocare”.
” E’ stato, quindi, accompagnato in infermeria presso il medico ‘di primo ingresso’ il quale come da protocollo ha svolto con Trotta un colloquio per accertarne lo stato psicologico. Lo stesso medico ha stabilito, in base ai tre livelli di rischio suicidario, che per Sabatino Trotta il livello fosse il più basso. Io ho voluto – aggiunge la direttrice del carcere di Vasto – leggere personalmente la scheda del medico e ho ritenuto di ascoltare Trotta. A tutti è risultata la perfetta congruità tra il responso del medico e come ci era parso, tranquillo appunto, il dottor Trotta”.
“Sabatino Trotta è stato, quindi, subito accompagnato in stanza e fornito di tutto il necessario. Subito dopo il Tg3 mi sono premurata di verificare come avesse gestito la notizia del suo arresto data dal Tg3 regionale. Il responsabile dei controlli mi ha spiegato che erano stati eseguiti due controlli e anche in quel caso Trotta era parso tranquillo. Aveva mangiato persino delle orribili sottilette che sanno di plastica, mi spiace da direttore del carcere dire queste cose ma così è”.
Quanto alle valutazioni del rischio suicidario la direttrice ci spiega che “tre sono i livelli previsti e in base alla catalogazione si dispone, di conseguenza, il passaggio dei controlli in stanza. Sono giri variabili che vanno dal controllo ogni 30 minuti a quello ogni 15: solo in caso di stretta sorveglianza si controlla a vista il detenuto. Nel caso del dottor Trotta non era stato previsto nessun livello di allerta e, quindi, di controllo più attento e frequente”. E’ stata la direttrice stessa ad informare i familiari parlando con la moglie: ” E’ giusto che si sappia cosa è accaduto perchè i figli devono potersi consolare”.