La Corte d’Appello dell’Aquila ha confermato la pena di 16 anni per un 54 enne albanese, finito sotto accusa per tentato omicidio e lesioni personali aggravate
Sedici anni di reclusione, maxi risarcimento da liquidare in separata sede con provvisionale di 85 mila euro, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, sospensione della potestà genitoriale e pagamento delle spese processuali: è la condanna a carico del 54enne albanese accusato di tentato femminicidio.
Era il 29 luglio 2021 quando il 54 enne, all’epoca dei fatti in fase di separazione dalla vittima e per questo trasferitosi a vivere in un altro domicilio, aveva atteso la moglie sotto casa, aggredendola con un pugnale da caccia e inferendole due fendenti. Il figlio maggiorenne della coppia, presente nella circostanza insieme ai due fratelli minori, è riuscito a immobilizzare e disarmare il padre, rimanendo a sua volta ferito a una mano nel corso della colluttazione che ne è seguita.
Il tempestivo intervento della volante non consentì all’uomo di portare a termine il suo proposito omicida. L’azione criminale era chiaramente premeditata, considerato anche il ritrovamento di una mannaia nell’auto di proprietà dell’aggressore.
La vicenda scosse l’intero quartiere di Sulmona, tra urla, sangue e preoccupazione per la sorte della donna, ricoverata in prognosi riservata e sottoposta a intervento chirurgico in via d’urgenza.
Nel giorno di San Valentino l’uomo era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Sulmona. Oggi i giudici aquilani hanno confermato la sentenza.
La vittima è stata assistita dall’avvocato Maurizia Lina Sciuba.