In provincia di Pescara si stima che siano approssimativamente tra 5 e 7 mila i lavoratori non ancora vaccinati nella fascia d’età compresa tra 50 e 64 anni.
Uomini e donne per i quali dal 15 febbraio è scattato l’obbligo di esibire il super green pass per accedere ai luoghi di lavoro, pena la sospensione senza stipendio fino al 15 giugno, quando cadranno le restrizioni legate all’obbligo della certificazione verde rafforzata, da vaccino o guarigione, attualmente in vigore per i lavoratori ultracinquantenni. Ultima spiaggia per questa fascia di popolazione irriducibile è la corsa all’esenzione dalla vaccinazione per incompatibilità legata a particolari patologie, che però, spiega il dottor Rossano Di Luzio, referente della campagna vaccinale della Asl di Pescara, non sempre può essere accolta.
«Le patologie per le quali il vaccino è sconsigliato sono davvero pochissime: si tratta per lo più di casi di allergia documentata ai componenti del vaccino, quindi non parliamo di comuni allergie come quelle agli acari della polvere. Poi ci sono altre patologie neurologiche e cardiologiche che comunque devono essere accertate dai medici.»
Intanto continua il rallentamento fisiologico del ritmo della campagna vaccinale, legato anche al gran numero di positivi al Covid delle ultime settimane che, una volta guariti, non necessitano più di ricorrere all’immunizzazione da vaccino: ieri la Asl di Pescara ha somministrato in tutto 1.280 vaccini – di cui 71 prime dosi, 256 seconde e 953 terze dosi -, seguita dalla Asl di Chieti con 1.038, da quella dell’Aquila con 1.028 e dall’azienda sanitaria di Teramo con 596.
«Negli ultimi 15 giorni siamo passati da 4 mila vaccinazioni al giorno ai 1.200/1.500 quotidiani. Sono comunque numeri buoni perché siamo intorno all’89% della popolazione vaccinabile come prima dose, all’83% come seconda dose e al 75% come terza dose.»