Sarà un Natale amaro per i lavoratori della Tecnocall, che in maniera irrituale, ma col cuore, hanno deciso di prendere carta e penna e rivolgersi alla guida spirituale della città dell’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi
La vertenza del call center Tecnocall sembra non sbloccarsi. L’azienda si occupa di servizi alla clientela del mercato tutelato dell’energia, per conto di Acea. Più di cento lavoratori e lavoratrici, in base alle nuove norme entrate in vigore, rischiano di perdere il posto.
All’arcivescovo hanno spiegato che col nuovo anno cesserà il mercato tutelato, e il decreto legge del governo non prevede alcun tipo di tutela per chi opera in quel mercato. La lotta in realtà va avanti da tempo, e si sperava in una soluzione positiva, perché in una prima bozza del decreto energia era inserita la clausola sociale che avrebbe potuto salvaguardare i lavoratori.
“Drammaticamente – scrivono a Petrocchi – e senza una motivazione a noi comprensibile, tale salvaguardia è stata cancellata e noi a pochi giorni dalla data della fine dell’anno siamo piombate e piombati in una condizione disperata. Rivolgiamo a lei queste poche righe affinché nel suo ruolo di altissima guida spirituale della comunità possa intercedere presso le funzioni della decisione politica, perché il delineato nuovo dramma sociale possa essere disinnescato”.
I lavoratori spiegano a Petrocchi che la loro lettera è irrituale ma sono consapevoli di dover percorrere ogni strada utile perché non riescono ad immaginarsi come “i prossimi disperati di una collettività già provata e disgregata. Il lavoro sino ad oggi ha garantito dignità, funzione sociale e pane quotidiano”.
I sindacati nei giorni scorsi si erano rivolti anche al nuovo prefetto. La vertenza a livello nazionale coinvolge circa 1500 lavoratori in tutta Italia. Nel sito che si trova a Monticchio lavorano in prevalenza donne con età media 40-45 anni. Molti addetti sono monoreddito.