La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. I cellulari, piccoli quanto un accendino, erano stati abilmente nascosti da due detenuti ma la perquisizione capillare ha permesso agli agenti di trovarli
Si tratta di apparecchi di piccolissime dimensioni, grandi quanto un accendino, utilissimi per comunicare con l’esterno o gestire traffici illeciti.
“Tramite i pacchi postali destinati ai detenuti si sta tentando di fare entrare nelle carceri di tutto. La Polizia Penitenziaria è impegnata nel contrasto di questo nuovo fronte di illegalità ma il SAPPE torna a sollecitare interventi urgenti da parte delle Istituzioni: non sappiamo più in quale lingua dire che i carceri devono essere schermati all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni”.
“Si ritiene opportuno rammentare – si legge in una nota del segretario provinciale di Teramo, Giuseppe Pallini- gli allarmi lanciati da diversi mesi. Il Sappe torna a sollecitare interventi urgenti da parte delle istituzioni”.