I Carabinieri della Compagnia di Teramo, all’alba di oggi domenica 19 settembre 2021, in esecuzione di un’ordinanza cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Teramo, hanno arrestato i due uomini che il 14 maggio scorso aggredirono il dirigente della società sportiva Teramo Calcio, Cetteo Di Mascio, provocandogli gravi lesioni al volto.
Le indagini dei Carabinieri, svolte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Teramo, hanno permesso di raccogliere univoci elementi probatori nei confronti di due uomini, C.V. di anni 30 di Bellante e G.A. di anni 23 di Mosciano Sant’Angelo, entrambi pluri-censurati, che intorno alle ore 12.00 del 14 maggio 2021 si recarono con l’autovettura Ford Fiesta, in uso a C.V., presso lo stadio Bonolis di Teramo e introdottisi all’interno degli uffici con una scusa, aggredirono fisicamente il responsabile del settore giovanile del Teramo Calcio, Cetteo Di Mascio, colpendolo – da parte del G.A. – con un violento pugno al volto, che gli provocò diverse fratture alle ossa facciali, tali da essere qualificate come lesioni gravi.
Gli eventi, così come riferiti dalla vittima e dai testimoni presenti, hanno trovato conferma nelle minuziose indagini effettuate dai Carabinieri della Compagnia di Teramo, che attraverso indagini tradizionali e accertamenti tecnici, hanno ricostruito sin nei dettagli le fasi dell’aggressione, giungendo attraverso l’incrocio delle testimonianze e la visione delle videoriprese delle telecamere di sorveglianza ad identificare i due aggressori, nei cui confronti sono state effettuate altrettante perquisizioni, personali e domiciliari.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo, concordando con le risultanze investigative dell’Arma, ha indagato i due uomini. All’esito delle articolate indagini (che hanno visto anche il contributo di un medico legale cui è stata commissionata una perizia sulla tipologia ed entità delle lesioni riportate dalla vittima), ritenendo che vi fossero nei loro confronti gravi indizi di colpevolezza, la Procura ha rimesso al Giudice per le Indagini Preliminari la richiesta di emissione di una misura cautelare, prontamente accolta dal GIP, che ne disponeva la sottoposizione agli arresti domiciliari.