Diverse sigle sindacali scrivono al ministro Nordio per chiedere la rimozione del Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria Maurizio Veneziano, a causa della gestione del carcere di Castrogno a Teramo. Prende le distanze la Uil
Una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Russo e ad altre autorità locali e nazionali. È la mossa delle segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali più rappresentative del Corpo di polizia penitenziaria (tranne la Uil) per denunciare la situazione delle carceri abruzzesi e soprattutto dell’istituto di pena di Teramo, gestito dal Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria Lazio Abruzzo e Molise, guidato da Maurizio Veneziano.
I sindacati chiedono la rimozione di Veneziano, a cui attribuiscono la responsabilità di una riorganizzazione dei circuiti dei detenuti che dura da ottobre, e che ha provocato continui rinvii dei trasferimenti, l’ultimo ieri, ordinato all’ultimo minuto. Questo ha comportato il blocco dei colloqui tra detenuti e famigliari, il richiamo in servizio di personale dalle ferie e dal riposo e il ricorso al lavoro straordinario. Nel carcere di Castrogno, il rinvio ha scatenato «veementi proteste» da parte dei detenuti interessati dai trasferimenti, che si sentono «disorientati e lesi nei loro diritti». Il personale operante è impegnato a mediare con i ristretti per evitare che la situazione degeneri in rivolta. I sindacati denunciano anche che il provveditore Veneziano ha sospeso per due volte negli ultimi 20 giorni il trasferimento in altre sedi di 67 detenuti del circuito Alta sicurezza, e che ha negato le molteplici richieste di trasferimento motivate dai gravi eventi accaduti nel carcere teramano. Questo atteggiamento, secondo i sindacati, rende il lavoro della polizia penitenziaria più difficile e gravoso, e genera una sorta di senso d’impunità tra i detenuti, nonostante le sanzioni inflitte ai responsabili dei disordini. I sindacati, infine, chiedono alle istituzioni di valutare se l’istituto di pena di Teramo non sia esso stesso il luogo più adatto ad accogliere i detenuti dell’Alta sicurezza di altri istituti, anziché spostarli in altre sedi, spostando se del caso in altre sedi una parte dei detenuti del circuito Comuni.
La Uil si è dissociata totalmente dai contenuti della lettera inviata, e ha specificato con un comunicato che “la missiva circolata non rappresenta in alcun modo la posizione di questa Segreteria Regionale rispetto alle criticità reali da noi rilevate nella CC Teramo. Ci dissociamo ufficialmente dai contenuti e dalle richieste riportate, tra l’altro la nota riporta in intestazione un logo UIL in disuso da svariati anni”.