A Teramo, il dibattito sulla costruzione del nuovo ospedale si fa sempre più acceso. Il gruppo di lavoro incaricato di valutare la fattibilità del progetto ha recentemente presentato un rapporto che evidenzia “significative e rilevanti criticità”
Criticità evidenziate nelle tre ipotesi progettuali esaminate per il sito di Villa Mosca attualmente occupato dall’ospedale Mazzini. Per il comitato Pro-Mazzini le difficoltà identificate dal gruppo di lavoro possono essere superate, grazie agli ampi spazi disponibili presso il sito indicato , ideali per un ospedale di secondo livello. La questione è delicata e richiede un’attenta considerazione. Per questo motivo domani 3 aprile si svolgerà la commissione speciale sanità del comune di Teramo organizzata proprio per approfondimenti tecnici e sanitari per la realizzazione del nuovo ospedale. Il futuro dell’assistenza sanitaria a Teramo è in bilico, e le decisioni prese nei prossimi incontri potrebbero determinare il corso della sanità nella regione per i prossimi decenni.
Pubblichiamo di seguito una nota del comitato pro Mazzini.
Diceva un noto e navigato esponente politico della Prima Repubblica: «Quando si vuole annullare una legittima rivendicazione dei cittadini si nomina una commissione». Ciò è accaduto in tema di nuovo ospedale di Teramo, allo scopo di stravolgere il voto unanime del Consiglio comunale straordinario a favore dell’allocazione dello stesso a Villa Mosca.
L’istituzione del gruppo di lavoro è parso sin dal primo momento squilibrato, con la mancata accettazione della presenza del Comitato Pro Mazzini, da anni attivo sul tema e capace di coinvolgere migliaia di cittadini oltre che 30 associazioni. Inoltre, risulta grave la regia politico-istituzionale pregiudizievole nei confronti del sito di Villa Mosca all’interno del tavolo tecnico, come risulta dai verbali, poiché il direttore generale del Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, Claudio D’Amario, ha più volte cercato di dirottare il lavoro dei tecnici verso l’area di Piano D’Accio Contrada Fiumicino, nonostante non fosse stato richiesto dalla delibera del Consiglio comunale votata all’unanimità. Consiglio, che, si ricorda, è l’unico organo con competenza in materia urbanistica, specie se si considera l’importanza dell’opera e l’implicazione sociale e urbanistica della stessa.
In secondo luogo lascia basiti come nella nota di sintesi del lavoro del gruppo tecnico emergano problematiche come quelle legate a rumori, polvere e spazi per la viabilità, che a oggi, a.d. 2024, sono più che facilmente superabili oltre che già note a tutti da tempo immemore. Nella nota verrebbero inoltre esaltate alcune “criticità”, che non si devono confondere come condizioni di “impossibilità”, con la differenza che le prime sono superabili, le seconde invece no. Difatti dalla delibera del consiglio comunale d’istituzione del Gruppo di lavoro risulta che il consiglio comunale stesso dovrebbe tornare a discutere di un’altra area solo qualora il tavolo certificasse una reale impossibilità a costruire il nuovo ospedale nell’attuale area del Mazzini di Villa Mosca. Una impossibilità che di fatto non viene certificata e al tempo stesso si omette di sottoporre ad esame le condizioni possibili di superamento delle criticità individuate, con il solo obiettivo di bocciare il sito di Villa Mosca e individuare come alternativo quello di Piano d’Accio.
Oltretutto si evince che il nuovo ospedale non è un 2° livello ma un 1° livello, in totale contrasto con l’atto deliberativo del Consiglio Comunale del 17/10/2023. E che pertanto si evidenza come tale struttura non è altro che una replica del Mazzini. Cosa, questa, sempre stata osteggiata dal comitato Pro Mazzini e dalle 10 mila persone che sottoscrissero la petizione a favore del sito di Villa Mosca. Emergono poi come inadeguate le affermazioni che attesterebbero la somma per l’adeguamento sismico delle strutture esistenti intorno ai 200 milioni di euro, dato non verificato con documentazione dal Gruppo Tecnico e che il presente comitato ritiene che determini in modo definitivo l’escalation dell’abbandono delle strutture, nonostante il continuo perpetrarsi e rinnovarsi di convenzioni funzionali e possibili completamenti di strutture esistenti (si veda la recente stipula della convenzione per il completamento del parcheggio multipiano).
Infine una questione alquanto strana riguarda la volontà da parte dei tecnici in rappresentanza di ASL e Regione Abruzzo di non tenere minimamente conto di quanto detto dal dirigente dell’area urbanistica del Comune di Teramo in merito ad una questione: la possibilità, in quanto opera pubblica, di derogare sulle altezze previste dalle NTA del PRG vigente (14,50m) che permetterebbe un aumento delle altezze attualmente considerate, comportando una possibile diminuzione della superficie e una più facile sintesi per una soluzione nell’area. Tutto ciò appare come un tentativo di spostare l’ospedale di Teramo presso il sito di Piano D’Accio, ad oggi di proprietà privata e non pubblica, in parte a destinazione agricola, con la presenza di ben un migliaio di ulivi. Inoltre quell’area insiste su una rotonda ad una sola corsia che già serve contemporaneamente centro commerciale e stadio, con l’esigenza di una uscita dedicata proveniente dalla Teramo-Mare ad oggi inesistente, vicina ad un fiume e necessitante di un taglio della collina di qualche decina di metri, simile a quello, impattante, nell’area dell’attuale ospedale, che ha portato alla costruzione del mega parcheggio, il quale ancora deve entrare totalmente in funzione.
Per quanto sinteticamente enunciato e per i tanti altri aspetti non trattati, si chiede alla Commissione Comunale Sanità, che si riunirà domani 3 Aprile, di voler accogliere la richiesta dello scrivente Comitato, come di altri enti che lo vorranno, di poterne far parte allo scopo di pervenire nel più breve tempo possibile ad un esito positivo a favore della realizzazione del nuovo nosocomio di Teramo, onde evitare la perdita dell’importante finanziamento ministeriale di euro 120mln. Se questo non dovesse avverarsi, noi ritorneremo tra la gente per informarla e denunciare l’accaduto.