Non sempre chi più merita ha maggiori possibilità di accedere al mondo del lavoro. Di questi temi si parlerà sabato 18 novembre a Teramo, nel convegno “La meritocrazia. Una medicina per la medicina”.
Il meeting si svolgerà nella sala polifunzionale della Provincia di Teramo, in via Vincenzo Comi, dalle 9 alle 13. Il tema della meritocrazia in ambito medico sarà affrontato analizzando vari aspetti dai test universitari per l’accesso alle facoltà di medicina alla fuga dei camici bianchi all’estero. Al convegno parteciperanno, tra gli altri, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, il vicepresidente del Consiglio regionale, Paolo Gatti e il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino. L’appuntamento è organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi e dalla Cimo (Sindacato dei medici) e gode del patrocinio della Regione.
“La sanità italiana – spiega Saro Paparoni, cardiologo all’ospedale di Teramo e vicesegretario regionale della Cimo – ha bisogno di una riforma strutturale urgente, che riveda l’attuale disequilibrio tra fabbisogni formativi e mercato del lavoro. Basti pensare ai tantissimi medici che, dopo aver conseguito la specializzazione in Italia, ogni anno lasciano il nostro paese per andare a lavorare all’estero. Una fuga di cervelli che impoverisce sensibilmente la qualità della sanità italiana. Se a questo si aggiunge che, una volta terminata l’esperienza estera, chi voglia rientrare in Italia incontra innumerevoli difficoltà per essere reinserito nelle graduatorie nazionali, ecco che si capisce come il “sistema Italia” abbia bisogno di una revisione a trecentosessanta gradi”.
Tra i tanti temi di attualità di cui si discuterà nel corso del convegno ci sono anche la riforma delle scuole di specializzazione e la ventilata abolizione dei test di ingresso alla facoltà di medicina, ancora in fase progettuale. L’altro grande tema è l’Europa: l’Italia detiene il primato europeo dei camici bianchi più vecchi, con oltre uno su due (52%) che ha più di 55 anni, rispetto al Regno Unito (13%), alla Germania, Franca ed Ungheria (40%-46%). Si stima inoltre che i giovani medici disoccupati siano circa tra le 10/16 mila unità.
“Come Cimo chiediamo a gran voce trasparenza e selezione nei concorsi, riconoscimento delle esperienze lavorative maturate all’estero ed equiparazione del sistema italiano a quello degli altri paesi europei”.