Don Aniello Manganiello ha incontrato nella sala “Ipogeo” i ragazzi delle scuole teramane per un appuntamento sul tema “Le idee restano…” e ricordare Falcone e Borsellino.
Don Manganiello è un prete-anticamorra, autore anche di diversi libri. Lo scopo dell’evento, organizzato nell’ambito delle iniziative del Premio nazionale Paolo Borsellino, è stato quello di promuovere una cultura sociale fondata sul rispetto delle regole capace di esaltare i valori della giustizia, della democrazia e della tolleranza.
“Per amore del mio popolo non tacerò”, diceva il profeta Isaia. Per amore di quel popolo che gli è stato affidato, di fronte a tante prepotenze, sofferenze, dinnanzi a una paura che lo opprime fino al punto di non consentirgli di parlare, di denunciare, ha sentito il bisogno di battersi. Di restituire la fiducia, di rappresentare, per la sua gente, l’esempio di un cambiamento. Si è rifiutato di celebrare il matrimonio di un camorrista. Ha negato la comunione al boss della camorra di Scampia. Ha dato pubblicamente del “Pinocchio” al Sindaco. Ha criticato la Chiesa di Napoli quando non ha trovato il coraggio di denunciare la camorra o di schierarsi. Ha aperto un’aspra polemica con Saviano ma soprattutto con la serie tv “Gomorra”. In questi ultimi 20 anni insieme a molti parrocchiani ha sfidato le violenze dei clan, i soprusi, i ricatti, le minacce. Ha subito intimidazioni molto pesanti e ciononostante non ha voluto che gli fosse assegnata la scorta. “Ma non l’ho fatto per me. L’ho fatto perche’ da parroco, mi sono preoccupato della mia comunità ”. Una comunità che vive a Scampia. Lui è don Aniello Manganiello, prete-anticamorra, autore di un libro che è best seller, ”Gesù è più forte della camorra” (Rizzoli), presentato alla Camera dei deputati con il presidente.