Lettera aperta alle istituzioni da parte dei genitori dei convittori dell’Istituto Delfico di Teramo, recentemente sequestrato
I genitori degli studenti convittori fuorisede delle scuole superiori del convitto Melchiorre Delfico di Teramo chiedono soluzioni più adeguate alla sede alternativa attuale, situata nell’ex hotel Gran Sasso.
La lettera è indirizzata alle amministrazioni comunali e provinciali, alla presidenza della Regione Abruzzo e alla dirigenza dell’istituto Melchiorre Delfico di Teramo.
I genitori, sottolineando i gravi disagi seguiti al sequestro dell’edificio del Delfico, con la conseguente chiusura del convitto e delle relative scuole dentro la struttura, lamentano ulteriori difficoltà per l’incertezza sul futuro scolastico dei propri figli.
“Molti genitori di ragazzi convittori – si legge nella lettera – hanno optato per il trasferimento dei propri figli, stante il trauma che gli stessi hanno subito; noi invece abbiamo scelto di restare dando sostegno alla città di Teramo, ponendoci a fianco alle istituzioni scolastiche al fine di ottenere un risultato che permetta ai nostri ragazzi di continuare con il proprio percorso di studi e di non dover subire ancora spostamenti che determinerebbero la destabilizzazione degli stessi minori.
Ricordiamo che il Convitto nazionale è un’istituzione presente nella città di Teramo da ben 90 anni e che ha svolto nel corso degli anni non solo la funzione di ospitalità per i tanti ragazzi provenienti da sedi distanti ma anche quella, ben più importante, di guida nello sviluppo della personalità dei convittori. Tutto il personale educativo ha coccolato in questi ultimi anni i nostri ragazzi che si sono sentiti a casa, in famiglia, pur avendo i genitori distanti. Non da meno, essi rappresentano una grande risorsa per la vita sociale ed economica della città”.
I genitori proseguono spiegando le ragioni che li hanno spinti a sollecitare soluzioni diverse da quella attuale:
“Pur ringraziando le istituzioni per aver dato risposte celeri con la sistemazione dei convittori all’hotel Gran Sasso, che ha permesso ai nostri ragazzi di rientrare a Teramo e seguire le lezioni pomeridiane, riteniamo che tale soluzione non possa essere definitiva in quanto non dotata di spazi idonei per lo svolgimento delle varie attività, siano esse di natura didattica o di natura personale.
Noi genitori chiediamo che venga trovata una soluzione post emergenziale che possa minimizzare i disagi subiti da noi e dai nostri figli, con l’individuazione di un edificio non decentrato dotato di spazi adeguati, come avevano al Delfico, con luoghi dedicati allo studio e luoghi dedicati alla socializzazione, tali da giustificare la retta richiesta per la permanenza al convitto.
Non è pensabile che le famiglie continuino a sostenere interamente la retta se non vengono garantiti gli spazi e i servizi necessari di cui godevano al Delfico.E oltre al trauma per i nostri figli che si sono dovuti adattare a nuovi spazi, dove a malapena riescono a convivere, noi famiglie ci troviamo anche a pagare le spese del trasporto scolastico: è davvero inaccettabile.
Chiediamo pertanto a tutte le istituzioni di farsi carico di questo ulteriore onere che grava sulle famiglie e sui convittori stessi, impegnandosi nel pagamento della quota dell’abbonamento urbano per il trasporto, sollevando in tal modo le famiglie da un ulteriore disagio che in un prossimo futuro potrebbe far allontanare i ragazzi da Teramo portando, di fatto, alla chiusura di una istituzione storica di questa città”.