Teramo: iniziativa di prevenzione oncologica in carcere

Prevenzione oncologica in carcere a Teramo grazie all’associazione Komen e alla Fondazione Severino

A spiegare i contorni del progetto, diventato concreto in questi giorni, è la direttrice del carcere Maria Lucia Avvantaggiato:

“L’iniziativa di screening senologico mi è stata proposta dall’Ufficio del Capo DAP, il dottor Russo, sempre molto attento e sensibile alle tematiche penitenziarie.
Trattasi di prevenzione del cancro al seno offerta dall’Associazione Komen per la salute femminile e dalla Fondazione Severino, avvocato Eleonora Di Benedetto, per la legalità.
Io ho accolto con gioia e grande interesse l’iniziativa che oggi si realizza.
E ringrazio per questa concreta realizzazione Comandante e vice, tutta la linea di comando, l’Ispettore responsabile del reparto femminile, ma soprattutto ringrazio la funzionaria dottoressa Pizii, responsabile della gestione del personale per il puntuale ed attento coordinamento operativo.
Non è stato facile, ma il lavoro di squadra ha funzionato bene”.

La direttrice continua spiegando perché ha accolto la proposta:

“Perché sono una costituzionalista, la nostra Costituzione all’articolo 32 tutela la salute, ed essendo una Costituzione formale sostanziale, essa non si limita alle affermazioni di principio, ma vuole realtà, concretizzazione, principi incarnati, viventi.
La tutela deve essere concreta, non solo affermata. La Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla concretezza dei principi. E il carcere, articolazione dello Stato fondato sulla Costituzione, potrebbe essere ostacolo. Certo la salute è tutelata anche in carcere a cura della ASL, ma obiettivamente tutto è più complesso.
Per altro, spesso si lavora sull’emergenza e molto meno sulla prevenzione. Questa, dall’assunzione della mia direzione (pochi mesi) è la seconda iniziativa di prevenzione. La prima con il Serd, alcool e gravidanza, sempre al femminile.
Ma ho accolto la proposta anche per un’altra ragione: il carcere, sempre per Costituzione, deve ridare Vita e non essere morte. E la Vita non può essere schiavitù del reato, ossia degli istinti distruttivi, la Vita è riconoscersi dignità di persona, è compiere scelte libere, consapevoli, responsabili, perché libere scelte del Bene per sé e per gli altri, Vita è stare in una comunità solidale, essere reciprocamente risorsa.
L’ iniziativa è estesa anche al personale femminile ed è questo un bellissimo riconoscimento agli operatori penitenziari DONNE, perché essere donne e lavorare in una istituzione come è il carcere non è facile, ma è sicuramente un valore aggiunto. Essere Donna è un surplus di sensibilità, accudimento, accoglienza, concretezza, comunicazione, Amore.
Grazie a stampa e televisione per come vorranno veicolare questo mio messaggio che è un messaggio di cambiamento etico culturale di trasformazione del male in Vita , così come la prevenzione opera all’origine per la Vita”.

 

Marina Moretti: