Al momento sono 11 i profughi, madri, nonne e bambini, con meno di dieci anni, fuggiti dall’Ucraina e accolte a Teramo dal personale della Caritas.
Giunti con mezzi di fortuna per ricongiungersi con parenti e amici che da tempo vivono in città. Ci sono donne, che hanno dovuto lasciare mariti e figli a combattere contro l’invasione russa, e anche bambini di cui uno di pochi mesi. Negli occhi hanno l’orrore della guerra da cui sono fuggiti, ma anche una speranza di vita che non si estingue neppure di fronte all’immane tragedia che li ha colpiti. Le donne hanno raccontato le loro storie di fuga dalle città dell’Ucraina, del lungo viaggio in macchina per arrivare a Teramo tramite i loro contatti. Dei mariti e dei padri rimasti a combattere. Dell’accoglienza, soprattutto delle famiglie teramane, e delle connazionali che già vivono e lavorano in città.
Della sistemazione nelle strutture ricettive, della vaccinazione già eseguita e della scuola per i loro figli. Il vescovo e il sindaco hanno rassicurato i profughi, con l’auspicio di una pace immediata, ma con la promessa che nessuna di queste famiglie verrà lasciata sola fino a quando ce ne sarà bisogno. L’incontro è avvenuto proprio in occasione della giornata in cui tutte le Città Europee sostengono l’Ucraina per un grande e unico messaggio di pace.
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