A Teramo un nuovo ostacolo si frappone tra gli sfollati di Colleatterrato e il ritorno nelle loro abitazioni
Si tratta della resistenza di alcuni inquilini delle quattro palazzine Ater, destinate all’abbattimento e alla ricostruzione dopo il sisma del 2016, che non vogliono lasciare le chiavi degli appartamenti alla ditta che dovrà occuparsi dei lavori. Una protesta che ha bloccato le operazioni di demolizione, previste per iniziare a breve, e che rischia di allungare ulteriormente i tempi della ricostruzione.
Il motivo della contestazione è la mancata presenza dell’Ater, l’azienda per l’edilizia residenziale pubblica, che avrebbe delegato la gestione del cantiere alla ditta senza informare adeguatamente gli inquilini sui progetti e sulle modalità di intervento. Inoltre, gli sfollati lamentano la difficoltà di spostare o smaltire i mobili ancora presenti all’interno degli appartamenti, per i quali l’Ater avrebbe promesso in passato la messa a disposizione di capannoni, ma senza mantenere la parola.
La situazione è delicata e richiede una mediazione tra le parti. L’Ater, da parte sua, si limita a segnalare che il comportamento degli inquilini renitenti è “ai limiti della legalità” e che sta valutando eventuali azioni legali per evitare il blocco dei lavori. Ma gli sfollati non si fidano e chiedono maggiori garanzie e trasparenza. Alcuni di loro hanno anche annunciato un esposto in Procura contro l’Ater, accusandola di aver fornito senza preavviso i loro dati sensibili alla ditta delegata al recupero delle chiavi. Una situazione di tensione e di incertezza che non fa bene né agli inquilini né alla ricostruzione.