Deve restare in carcere perché potrebbe uccidere ancora: il Tribunale del Riesame dell’Aquila non ha concesso gli arresti domiciliari a Francesco Di Rocco che uccise il padre di 83 anni
L’omicida, reo confesso, ha 49 anni ed è di Teramo. La sera del 20 novembre ha accoltellato a morte il padre Mario, che aveva 83 anni. I magistrati hanno respinto il ricorso presentato dall’avvocato difensore Federica Benguardato, la quale aveva chiesto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
Di Rocco, che ha confessato, è in carcere con l’accusa di omicidio aggravato per l’uccisione del padre, ex capostazione, colpito con decine di coltellate nella cucina del vecchio alloggio sopra la stazione ferroviaria in viale Crispi, a Teramo, dove i due abitavano.
“La descritta dinamica e il fatto che l’aggressione sia avvenuta senza che vi fosse alcun avvisaglia – si legge nei passaggi del provvedimento pubblicato dal quotidiano Il Centro – consentono di ritenere probabili ulteriori allarmanti manifestazioni di violenza omicidiaria nei confronti di altri familiari ovvero di altri soggetti che si trovino a rivolgere al Di Rocco banali richieste che egli non intenda soddisfare. Il pericolo di reiterazione è da ritenersi elevatissimo ove si consideri che l’indagato ha fornito una lettura dei fatti tesa a giustificare il suo operato”.
Per l’avvocato Benguardato, che valuterà se impugnare il provvedimento in Cassazione
“È una motivazione che si commenta da sola”