Teramo, gli sfollati Ater ancora fuori casa

Le case Ater di Teramo

A Teramo protestano gli sfollati delle case Ater di via Adamoli. Dopo la conclusione dei lavori di ricostruzione post sisma hanno riavuto le chiavi ma restano ancora fuori casa per i troppi danni e criticità presenti negli appartamenti.

Gli inquilini Ater del condominio di via Adamoli rischiano di passare anche il Natale fuori dalle loro case, nonostante si siano giù conclusi i lavori di ricostruzione post sisma. La palazzina ospita 32 famiglie che, pochi giorni fa, hanno riavuto le chiavi degli appartamenti le cui condizioni però non consentono un immediato rientro. Mobili accatastati alla rinfusa e in alcuni casi rotti. Infissi danneggiati, servizi inagibili, mattonelle saltate, fili elettrici scoperti e pendenti. Tante le criticità che ieri pomeriggio sarebbero dovute essere oggetto di sopralluogo da parte di Ater, insieme agli sfollati, ma il previsto incontro non c’è stato. A non presentarsi sono stati i tecnici dell’azienda in virtù del fatto che il giorno prima, si è appreso più tardi, vi era stata una riunione fra Ater, direttore dei lavori e un rappresentante del condominio di via Adamoli.

Le case Ater di Teramo

«Qui la situazione è questa: appartamenti restituiti ma inaccessibili perché mobili e infissi sono rotti, danneggiati, da sostituire. Come facciamo? Abbiamo affitti da pagare nelle case dove siamo da sette anni, non abbiamo più il Cas e qui non possiamo rientrare», racconta una inquilina sul Centro di oggi.

La situazione dentro le case Ater

L’Ater ha chiesto alle famiglie, come concordato nella riunione di martedì, di preparare una scheda coi danni riscontrati in ogni singolo appartamento e inviarla all’azienda entro oggi. Una sorta di lista che servirà per svolgere verifiche puntuali ed avviare eventuali interventi di sistemazione. Ieri alcuni sfollati sono tornati a rivolgersi al sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, e c’è chi sta valutando la possibilità di chiedere assistenza legale di un avvocato per capire anche se sia possibile attivare canali di sussidi economici pubblici per far fronte alle spese da affrontare in assenza del Cas.