Novità nelle indagini sul recupero del murale di Banksy, realizzato sulla porta del teatro parigino Bataclan e recuperato mercoledì nel Teramano.
Gli investigatori sono convinti che quel nascondiglio, in un casolare di campagna a Sant’Omero, non sia stato scelto casualmente dal cittadino magrebino che qualche tempo fa l’ha affidato all’imprenditore indagato per ricettazione. L’uomo ha dichiarato alle Forze dell’Ordine di aver ricevuto la porta, nei mesi scorsi, da un conoscente che in alcune occasioni si sarebbe fermato a dormire nella struttura. Gli avrebbe chiesto di tenergli quella porta e lui, ha raccontato, l’ha fatto senza intuire cosa fosse. Per qualche tempo l’ha tenuta nel B&B e successivamente, l’ha spostata nel sottotetto del vecchio casolare di campagna affittato a una famiglia di cinesi. Senza minimamente ipotizzare, avrebbe detto agli inquirenti, di cosa si trattasse. Versione su cui sono in corso riscontri ed accertamenti da parte della Procura che ha operato in collaborazione con la Polizia e le autorità francesi. Il murale di Banksy, realizzato in memoria delle vittime del terrorismo, si presume che fosse in attesa di essere visionato da qualche mercante d’arte o collezionista. Investigatori e inquirenti hanno ribadito il movente economico escludendo collegamenti con il terrorismo islamico e con precedenti operazioni su presunte cellule islamiche, portate avanti proprio dalla Procura Distrettuale dell’Aquila nella zona della Val Vibrata.
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